Recensione: Smugglers
Torna sul mercato quella che è probabilmente la formazione più celebre dello stoner norvegese: i We. A un anno di distanza dal precedente Lightyears Ahead, la band di Oslo dà alla luce il nuovo Smugglers, da queste settimane disponibile anche fuori dai confini scandinavi.
La band, che dal 1993 occupa un posto importante nel panorama hard-rock/stoner norvegese, presenta un nuovo album all’insegna di un connubio, per la verità non sempre convincente, tra eredità settantine quasi zeppeliniane e suoni che strizzano l’occhiolino ai canoni contemporanei. Voci e strumenti perennemente iper-effettati, dalle soluzioni quasi psichedeliche, sono però destinati ad annoiare presto l’ascoltatore medio, il quale sarà presto nauseato dall’ostentazione di artificialità di questo Smugglers, riuscendo a digerire soltanto i tempi quasi heavy/hard rock dell’opener Cosmic Biker R’N’R o di Catch Electrique, dove un po’ di sano groove riesce finalmente ad avere la meglio sulla patina sintetica e artificiale che ricopre tutto l’album.
Con l’accoppiata Sassy Zazie / Smugglers e con la conclusiva On the Verge To Go siamo a un sound che ricorda quasi le produzioni dei francesi AIR (certo non ai livelli in cui questi ultimi si espressero su Moon Safari, il più conosciuto del duo transalpino) mentre con Lucid la sperimentazione si fa ancora più ossessiva.
Inutile andare oltre: Smugglers è un lavoro destinato ai soli amanti del genere, ovvero dello stoner dalle forti contaminazioni pseudo-psichedeliche e di quello che viene anche definito Space-Rock. Per gli altri, noia, su noia, su noia…
Tracklist:
01. Cosmic Biker R’N’R
02. Sulphur Roast Stomp
03. Crawling Out Of The Wreckage
04. Wroom
05. Sassy Zazie
06. Smugglers
07. Lucid
08. Sugar & Cannabinoles
09. Lightyears Ahead
10. Catch Electrique
11. On the Verge to Go
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini