Recensione: Snakecharmer
Per molti appassionati di hard e classic rock, il periodo più avvincente dei Whitesnake, la leggendaria band capitanata da David Coverdale, non è quello patinato, americano e class che l’ha portata alle massime posizioni delle charts nella seconda metà degli Eighties, bensì la fase iniziale, dai connotati british ed infarciti di torrido blues. Nell’ambito dei vertiginosi avvicendamenti di musicisti nella line-up del “serpente bianco”, stabiliti dall’ autoritario band leader, un ruolo di primissimo piano, soprattutto in tale periodo, è stato svolto dall’axeman Mickey Moody e dal bassista Neil Murray. I due musicisti, attualmente non coinvolti nelle più recenti incarnazioni della band di Here I Go Again, hanno deciso di portare in giro i brani che hanno contribuito a creare, come Fool For Your Loving, Don’t Break My Heart Again, Ready An’ Willing e Ain’t No Love In The Heart Of The City, unendo i propri destini artistici con altri artisti di rock classico come l’altra ascia Laurie Wisefield (Wishbone Ash), il batterista Harry James (Thunder, Magnum), il tastierista Adam Wakeman (figlio di Rick, Ozzy Osbourne) ed il cantante Chris Ousey (Virginia Wolf, Heartland).
Per non lasciare il minimo spazio ad equivoci sui propri obiettivi musicali, i sei rockers hanno scelto un monicker (Snakecharmer) e – nel CD che ci approcciamo a recensire – pure un disegno di copertina che si richiamano in maniera esplicita alla band di riferimento. Tale scelta può lasciare interdetti, giacché potrebbe apparire una caduta di stile, per un combo costituito da artisti di tale calibro, scegliersi una denominazione da tribute-band, ancorché di lusso e pienamente legittimata a celebrare un passato che alcuni di loro hanno contribuito a tratteggiare. Ed in effetti è con qualche diffidenza che chi scrive si è avvicinato al primo, omonimo full-length di brani inediti che Frontiers Records rilascia in questi giorni. Il primo ascolto, però, è andato a fugare subito ogni dubbio: “Shakecharmer” è un lavoro che, pur se incastonato in un genere musicale assolutamente canonico e privo di sorprese, assume dignità propria al di là dell’amore per i primi Whitesnake, dando una lezione di stile e di classe a tante giovani band che oggi, celebrate da critica e pubblico, stanno ripercorrendo i medesimi percorsi stilistici.
Un elemento di caratterizzazione del sound di questo CD è, in particolare, la bella voce di Ousey, calda, duttile e soulful, la quale connota e differenzia il sound di Snakecharmer ingemmandolo con la propria predisposizione melodica.
Apre le danze My Angel, un hard rock spavaldo venato di blues e melodia, adornato dalla voce calda e dal magnifico intrecciarsi delle due chitarre. Accident Prone è un midtempo hard rock che prosegue sulla strada di un percorso sonoro venato di blues, qui maggiormente incentrato su tastiere ed organo. Tasti d’avorio e sei-corde s’intrecciano magistralmente in To The Rescue, altro hard rock blues carico di soul e di richiami alla migliore black music. Ancora asce e tastiere introducono Falling Leaves, una ballad intensa e solenne di magistrale scuola, esaltata dal finale chitarristico e ad alto tasso si melodia, che purtroppo ha l’unico difetto di concludersi in dissolvenza (dal vivo immaginiamo possa andare avanti a lungo). Su atmosfere soft veleggia pure A Little Rock & Roll, midtempo ingemmato da delicati intarsi di chitarre e tastiere, assoli a cure degli axemen e atmosfere liquide sebbene sostenute
Subito dopo, gli Snakecharmer rialzano i toni per una lunga cavalcata hard rock, che va da Turn Of The Screw e Smoking Gun, baldanzose e sempre venate di blues ed armonia, Stand Up e Guilty As Charged, dure, cadenzate e trafitte da riff decisi, fino ad arrivare alle rotolanti, sfrontate e cariche di boogie Nothing To Lose e Cover Me In You.
Snakecharmer, in conclusione, è pane gustoso per i denti di chi ama l’hard rock inglese tradizionale e venato di blues, del quale i Whitesnake sono stati tra i prime movers e di cui tanti altri son diventati devoti proseliti, ed oggi prepotentemente tornato di moda in quest’epoca caratterizzata da quella che qualcuno ha definito retromania. Certo, da questo full-length, in parte penalizzato da una certa ripetitività di fondo e dal suo apparire un po’ ingessato all’interno del proprio canone stilistico, deve tenersi lontano chi cerca originalità e nuove tendenze, ma è un colpo sicuro per chi insegue maestria e classe di livello superiore e non priva, in molti momenti, di cuore.
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Line Up:
Micky Moody: chitarra, slide guitar, voce
Neil Murray: basso
Laurie Wisefield: chitarra, voce
Harry James: batteria, voce
Adam Wakeman: tastiere, voce
Chris Ousey: voce solista
Tracklist:
- My Angel;
- Accident Prone;
- To The Rescue
- ;Falling Leaves;
- A Little Rock & Roll;
- Turn Of The Screw;
- Smoking Gun;
- Stand Up;
- Guilty As Charged;
- Nothing To Lose;
- Cover Me In You;
- White Boy Blues {i-tunes only – album bonus track]