Recensione: Sodom
Dopo cinque anni dall’uscita dell’ultimo disco da studio i Sodom tornano sulle scene con un nuovo album. La neonata creatura prende lo stesso nome della band e si trova a dover fare i conti con un lustro d’attesa e un precedente, M-16, che aveva convinto, eccome: bissare il picco qualitativo dell’episodio datato 2001 non è facile. Nell’attesa la band di Gelsenkirchen aveva gettato in pasto ai fan un live spettacoloso registrato a Bangkok, ma la bramosia di nuovo materiale era stata soltanto messa da parte per poi riaffiorare.
Cinque anni per scrivere un disco thrash sono un’eternità, specialmente per i Sodom, i quali ci avevano abituato a un ritmo di pubblicazione abbastanza elevato. Cosa aspettarsi allora da un periodo di incubazione così dilatato e da dichiarazioni che volevano la formazione tedesca orientata verso nuove soluzioni musicali?
La risposta è tutta nei solchi di questo nuovo figliolo di casa Sodom: un disco diverso ma sempre e comunque martellante. Nuove soluzioni, sì, ma soluzioni che nascono, crescono e muoiono nei confini del caro vecchio thrash metal tedesco. Anzi, forse come non mai, questo Sodom suona particolarmente legato agli stilemi alemanni: la produzione di Andy Brings sembra talvolta richiamare i suoni dei cugini Destruction mentre più di una volta le virate musicali di Angelripper & Co. si trovano a invadere i territori degli altri cugini: i Kreator. Al primo ascolto è sorprendente infatti quanto i Sodom si siano spostati verso lidi già battuti dalla band di Mille Petrozza. È il caso lampante di No Captures ma è un trend che pervade tutto il lavoro.
Sodom è un album dal riffing abbastanza quadrato e ponderato, più lento e più cadenzato del solito. Una novità abbastanza consistente che potrebbe lasciar interdetti i fan più intransigenti, i quali magari si troveranno a storcere il naso di fronte a velocità meno vertiginose del passato e a una chitarra solista che ha aperto verso soluzioni più melodiche, ancora una volta di stampo Kreator. Dovrebbe comunque essere una delusione passeggera perché, una volta archiviato il disappunto per questo parziale scambio di stile, il potenziale di questi nuovi proiettili targati Sodom uscirà allo scoperto.
Per i nostalgici del sound di Agent Orange e compagnia ci sono comunque un paio di incursioni dove le tattiche di guerriglia musicale richiamano i fasti e i modi dei Sodom della prima decade, su tutte una elettrizzante scheggia thrash metal come Lords Of Depravity.
Questi sono i Sodom, diversi se volete, ma con la stessa incazzatura a cui ci hanno abituato in oltre venti anni di assalti sonori. Unita attorno al proprio condottiero la triade tedesca ha forgiato un nuovo macigno di thrash metal teutonico davvero convincente, degno successore di M-16 e ottimo apripista per dischi più maturi ma sempre e comunque con il segno della band di Angelripper marchiato a fuoco nel proprio patrimonio genetico.
Bentornati Sodom!
Tracklist:
01. Blood on Your Lips
02. Wanted Dead
03. Buried in the Justice Ground
04. City of God
05. Bibles and Guns
06. Axis of Evil
07. Lords of Depravity
08. No Captures
09. Lay Down the Law
10. Nothing to Regret
11. The Enemy Inside
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini