Recensione: Sodomy Attack
Metallica qui, Megadeth là, Metallica su, Megadeth giù… la scena thrash underground è saturata all’inverosimile di band-clone dei grandi padri californiani, tanto che la loro proposta è ormai omogeneizzata e quasi nauseante data l’incredibile ripetitività dei costrutti musicali.
Di ben altra filosofia e ispirazione sono, con mio sommo piacere, i Mercy of Devil: quattro figuri di Pordenone reduci da split di alcune formazioni underground locali, che dopo sette mesi di cammino con questo nuovo progetto, decidono di dare alla luce questo primo demo.
Sin dalle prime note dell’opener Sodomy Attack i Mercy of Devil riversano tutta la loro violenza musicale e verbale in un thrash metal semplice e primitivo, privo di qualsivoglia ricerca tecnico-strumentale, con amplificatori che fischiano alla Motorhead e serrate linee ritmiche vicine al black metal. Siamo nel bel mezzo di in un fiume in piena, con ondate dissacranti come Anti Priest che devono tutto il loro vigore a formazioni più o meno note della seconda parte degli anni ’80, gente caduta nell’oblio come i Protector di Hansi Müller e dello scomparso Michael Hasse. La voce di Cavalli si muove sgraziata e malignamente incomprensibile su pezzi dall’impeto sempre veloce e rabbioso come Destiny o la conclusiva Satan Alcohol Possession, eccezion fatta per Mercy of Devil, che mostra nel riffing qualche tinta teutonica alla Tankard / Sodom.
Peccato (o forse no) per la produzione: registrato in presa diretta per mancanza di disponibilità economiche, il suono non può andare oltre a quella atmosfera da vecchio garage che, prima dell’era del pc e del digitale, aveva contribuito a costruire una dimensione e un’atmosfera quasi mitica delle prime registrazioni autoprodotte o quasi.
Due righe vanno infine assolutamente dedicate al geniale quanto sacrilego e profanatore artwork: un demone a metà tra capro e uomo, armato di lame, in piena penetrazione necrofila. Un’immagine che può turbare gli animi più sensibili ma che è uno splendido biglietto da visita per la proposta musicale e concettuale della band.
Blasfemi, marci, volgari, grezzi, menefreghisti e anticonformisti, i Mercy of Devil rispondono con un sonoro “presente” a tutte quelle vecchie attitudini che col tempo sono passate in sordina e cadute nel dimenticatoio, spodestate a favore di altri stilemi dominanti. Certo la band, stando ai livelli di oggi, non riporterà in auge questo anacronistico modo di fare thrash metal; ma questa formazione ha sicuramente di ché buttare su quella vecchia putrida torcia, per evitare che la fiamma di quell’ondata old school a cui i Mercy of Devil devono tutto, si spenga definitivamente.
“Rape, Sexual Rape, Psychological Rape, Violence and Sodomy!”
Astenersi perbenisti, cattolici e affiliati.
Tracklist:
1. Sodomy Attack
2. Unabomber
4. Destiny
3. Anti Priest
5. Mercy Of Devil
6. Satan Alcohol Possession
Contatti: mercyofdevil@libero.it
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini