Recensione: Sola Scriptura And Beyond [DVD]

Di Riccardo Angelini - 7 Ottobre 2008 - 0:00
Sola Scriptura And Beyond [DVD]
Band: Neal Morse
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2008
Nazione:
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90

La storia di Neal Morse è nota: gli anni alla guida degli Spock’s Beard, la “chiamata” del capolavoro ‘Snow’, il nuovo inizio da solista. Sono passati cinque anni dalla svolta religiosa di ‘Testimony’, e da allora l’infaticabile Neal sembra vivere una seconda giovinezza. I risultati, il sudore e le soddisfazioni raccolte finora sono riuniti in ‘Sola Scriptura And Beyond’, opera mastodontica che racconta l’ultimo capitolo della carriera di Morse in un doppio DVD da quasi sei ore. Non ci credete? State a vedere – state a sentire….

DVD 1: Sola Scriptura And Beyond

Il primo disco rappresenta indubbiamente il piatto forte della release. Bull’s eye sul concerto registrato il 26 maggio 2007 al De Boerderij di Zoetermeer, in Olanda. Tracklist apparentemente stringata, ma chi ha seguito i recenti accessi di grafomania di Neal sa bene che l’apparenza inganna. La miseria degli otto brani in scaletta si rivela infatti un’epopea in musica da due ore e cinquanta primi, che offre qualcosina in più di un semplice spaccato sugli ultimi anni di carriera del maggiore dei fratelli Morse. Non mancheranno le sorprese, ma prima di esaminare nel dettaglio la setlist si rende necessario uno sguardo alla line-up. Negli ultimi dischi da studio a fianco di Neal si sono schierati come collaboratori d’eccezione Mike Portnoy alla batteria e Randy George al basso, senza contare il corteo di pezzi da novanta del rock d’autore – Steve Hackett, Paul Gilbert, Jordan Rudess, Roine Stolt… – che si sono trovati di volta in volta a sfilare sui singoli album. A tutto questo bisogna aggiungere che lo stesso Neal si è occupato in ogni occasione di voce, chitarra e tastiere insieme.
Non potendo scomodare tutta la brigata per il proprio tour personale, l’ex-Spock’s Beard ha convocato dalla scena olandese una selezione di musicisti dai nomi forse meno pesanti ma di sicuro talento, alla resa dei conti del tutto all’altezza dei titolari. Il ruolo di Portnoy è coperto più che egregiamente dal tentacolare Collin Leijenaar, drummer dal curriculum a dir poco eclettico, che insieme al rodato bassista Wilco van Esschoten costituisce una sezione ritmica impressionante per precisione e feeling. L’innesto di Collin ha peraltro portato all’arruolamento della consorte Jessica Koomen, cantante soul e corista, mentre il tastierista jazz/soul/funk Henk Doest si prende cura dei tasti d’avorio. L’innesto forse più clamoroso è tuttavia quello della giovane stella delle sei corde Paul Bielatowicz, da tempo già arruolato nella Carl Palmer Band: l’aspetto è quello di un ragazzino, la classe quella dei veterani. E poi c’è lui. Diviso fra microfono, chitarra elettrica, classica e tastiera, Neal Morse dimostra in questo live che cosa significa essere inserito dalla rivista inglese Classic Rock Magazine nella top 100 dei migliori frontman del mondo.
Pronti via: partenza leggera leggera con i diciotto minuti e rotti di ‘Creation’, opener di ‘One’ (2004): è risaputo che la discografia di Morse non manca di pezzi dalla durata imponente, ma cominciare con una sberla del genere è indice di sicurezza nei propri mezzi tutt’altro che comune. Sicurezza del resto pienamente fondata, considerato che fin da subito la band carbura a meraviglia: suoni ottimi, intesa perfetta, con un ispiratissimo Neal che riesce a creare immediatamente il feeling giusto con il pubblico. La regia fa la sua parte, con sei telecamere agili nel seguire lo sviluppo dei brani, enfatizzando puntualmente le spettacolari evoluzioni dei singoli, l’audio suona nitido nonostante la mancanza del Dolby 5.1. Le sorprese, si diceva, non sarebbero mancate, e infatti ecco che i nostalgici degli Spock’s Beard vengono subito lusingati con un primo, rapido medley: alla coinvolgente ‘The Good Don’t Last’ si allacciano le morbide melodie di ‘Open Wide The Flood Gates’, estratta direttamente dal capolavoro ‘Snow’. Ma Neal non è certo tipo che si accontenti di vivere di rendita – e non è un caso se il live si titola ‘Sola Scriptura And Beyond’. Ecco dunque l’ultimo nato di casa Morse riproposto tutto d’un fiato per intero (o quasi): una maratona da un’ora e più, dura, ipertecnica, disseminata di assalti strumentali al confine con il metal e provvidenziali alleggerimenti melodici dal carattere introspettivo. È chiaro che bisogna essere dei folli o degli alieni per progettare un’impresa simile: figurarsi per metterla in atto.
Ora, una band normale, arrivata in qualche modo a questo punto, si complimenterebbe con se stessa e si fermerebbe qui: magari ancora un paio di classici veloci, encore e tutti a casa. Ma di Neal Morse tutto si può dire fuorché sia normale. Nel suo caso, dunque, lo spettacolo è appena iniziato. Avete avuto ‘Sola Scriptura’, ora beccatevi ‘Question Mark’. Il nuovo medley sacrifica (momentaneamente?) la sezione centrale del disco, tagliando da ‘The Outsider’ direttamente a ‘12′; restano comunque quasi quaranta minuti di canzone, di nuovo suonati senza un solo attimo di pausa, senza un solo calo di tensione. Basta? Macché. Abbiamo ancora un ‘Testimedley’ in attesa. Certo non si può riproporre per intero tutto quanto ‘Testimony’ – per chi se lo fosse dimenticato, erano due ore e mezza di musica – ma una decina buona di pezzi finisce comunque nella mischia. Stremati e soddisfatti, noi come i musicisti, giungiamo alla fine dell’esibizione giusto in tempo per congedarci con un altro paio di sorprese. Ancora cover, prima con ‘We All Need Some Light’ dei Transatlantic, poi di nuovo con un gioiello da ‘Snow’: ‘Wind At My Back’. Ok, stavolta è finita sul serio. Ora potete chiamare l’ambulanza.

DVD 2: Bonus Material

Credevate di cavarvela così? Niente da fare, di qui non si scappa. Non sono bastate le due ore e cinquanta del primo DVD: ora vi aspettano i centoottantatre primi del disco bonus. Questa volta il menù è più diversificato. Non si sta parlando delle solite tre/quattro foto promozionali, del video già noto e arcinoto di turno o della scontatissima biografia. No, qui c’è un altro concerto ad attendervi. Il live in questione appartiene al Question Mark Tour ed è stato registrato al Columbia Club di Berlino, il 14 luglio 2006. La line-up è comunque la medesima del DVD 1, eccezion fatta per il chitarrista Elisa Krijgsman (non lasciatevi ingannare dal nome: he’s a guy), la cui presenza scenica, pressoché ininfluente, è grazie al cielo inversamente proporzionale al talento. L’inizio della scaletta va a completare la tracklist di ‘Question Mark’, proponendo i cinque brani centrali sacrificati nel medley del disco precedente. La parte conclusiva si sposta invece su ‘One’, l’album (relativamente) meno rappresentato nel live in questione, dal quale va a pescare ‘Help Me’, ‘Reunion’ e, sorpresa delle sorprese, la pimpante bonus track ‘Jesus King’, perfetta per vivacizzare una scaletta eufemisticamente definibile come tortuosa. Per l’encore è in serbo un ultimo giro di cover: ancora ‘We All Need Some Light’ per aprire, poi via libera ai quattro brani conclusivi del primo CD di ‘Snow’. Ce n’è davvero per tutti i gusti.
Chiuso l’immane discorso musicale, resta spazio per l’irrinunciabile dietro le quinte. Con la calma di chi sa di avere un rapporto privilegiato con l’eternità, la sezione extra presenta un ampio e divertente spaccato (completo di intervista) del lato umano di Morse e soci. Per quello disumano, rivolgersi al disco precedente.
Qualcos’altro? Ah sì. Ennesima ciliegina su una torta già abbondantemente guarnita, la riproposizione per piano e voce di ‘Bridge Across Forever’, eseguita in chiesa dal solitario Neal – non proprio indispensabile, ma lamentarsi a questo punto sarebbe da ingrati.

Per citare il nostro buon poeta: immenso. Immenso il valore del materiale utilizzato per il DVD, capace di riempire sei ore di contenuti senza sprecare un solo minuto. Immenso il talento di Neal Morse e dei suoi uomini, che sono riusciti a portare a termini un compito semplicemente al di fuori della portata dei più. Immenso anche il ruolo specifico di quest’uscita nel panorama musicale odierno: ora che registrare un DVD sembra diventato l’imperativo per ogni band che voglia farsi un nome, a prescindere dalla qualità effettiva del materiale, ‘Sola Scriptura And Beyond’ stabilisce nuovi standard di completezza e professionalità. Sarà anche vero che la musica di Neal Morse non si pone fra le proposte di più facile fruibilità, sarà vero che la svolta cristiana avrà reso i testi un tantino monotematici, ma la forza dei contenuti impone a ogni appassionato di progressive degno di questo nome di procurarsi il tempo e la pazienza necessari per spluclarsi questa coppia di dischi con tutta l’attenzione che meritano.

Riccardo Angelini

Tracklist:

DVD-1
1. The Creation
2. The Good Don-t Last /Open Wide The Flood Gates
3. The Door
4. The Conflict / The Conclusion
5. Question Mark Medley
          * The Temple Of The Living God
          * Another World
          * The Outsider
          * Entrance
          * Inside His Presence
          * The Temple Of The Living God
6. Testimedley
          * Overture No. 1
          * California Nights
          * Colder In The Sun
          * Somber Days
          * Sing It High
          * The Storm Before The Calm
          * I Am Willing
          * Oh, To Feel Him
          * Rejoice
          * God’s Theme
7. We All Need Some Light
8. Wind At My Back

DVD-2
– Sola Scriptura Tour – Behind The Scenes (98:53)
– Bridge Across Forever acoustic version.
– Question Mark Live: Recorded at Columbia Club, Berlin July 14, 2006
1. Sweet Elation
2. In The Fire
3. Solid As The Sun
4. The Glory Of The Lord
5. Outside Looking In
6. Help Me
7. King Jesus
8. Reunion
9. Encore Medley:
          * We All Need Some Light
          * Open Wide The Flood Gates
          * Open The Gates Part 2
          * Solitary Soul
          * Wind at My Back

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