Recensione: Something Unknown
I Kingcrow sono una giovane band italiana, un’altra promessa futura del panorama metal made in Italy. Il loro album di debutto in realtà mi ha lasciato un pò spiazziato per via delle sonorità a tratti heavy metal “from eighty”, a tratti tipicamente progressive e con una spruzzata di rock molto marcata. Il sound finale tuttavia è una buona sorpresa, riuscendo a mescolare sapientemente le varie influenze musicali della band romana. Ma passiamo subito all’analisi del disco.
Il lavoro parte con Chilldren Of Technology dall’inizio di psidechelica memoria per poi esplodere in riff decisamente heavy, ed un refrain davvero azzeccato e accattivante. Il brano scorre via lasciandosi ascoltare positivamente. La produzione non è granchè e tende a penalizzare la costruzione strumentale, ma è un fattore di secondaria importanza per un debut album. La positiva impressione avuta continua anche con la seguente Envy And Die, meno strutturata dell’opener e più diretta e veloce. Il muro sonoro costruito dal trio DiegoCafolla/Trinei/ Manuel Cafolla, rispettivamente alla chitarra, al basso e alla batteria, risulta potente quanto basta ed accompagna la calda voce del singer Tissi in modo sapiente. Sicuramente di ottimo stampo anche la seguente The Black Tower, che mette in mostra tutto il talento compositivo del combo romano. Ottimi i chorus che accompagnano il potente riffing, graffiante ed incisivo e che farà felici tutti gli amanti dell’heavy metal più stretto. Si allontana un pò dalle sonorità della precedente song la successiva Can My Soul Fly Free, che a mio modesto parere è uno dei brani migliori del disco. Sapientemente vengono miscelate le varie influenze musicali della band dando vita ad un pezzo carico di pathos, lento e commomente nel suo iniziale incedere per poi cedere il passo ai riff aggressivi e a tratti marcatamente NWOBHM introdotti dall’ottimo drumming del batterista. Il brano prosegue in una variante puramente strumentale fino alla sue conclusione dove riaffiorano i ritmi lenti e travolgenti che hanno caratterizzato l’inizio della song. Nettamente di altro stampo musicale la successiva Falling World, una fast song aggressiva e dal refrain vincente. Ottimo l’assolo che dimostra ancora una volta le ottime doti del guitarist Cafolla. Si cambia desicamente aria con la seguente Something Unknowt, uno dei pezzi forti del disco. L’inizio è dolce e lento per poi diventare decisamente più heavy grazie a riff graffianti e molto azzeccati in un’esplosione di pura potenza metallica. Il riffing ottimo e vincente è certo penalizzato dalla produzione, ma riesce a svolgere alla grande il suo lavoro esltando l’anima metallica di questo brano. Ottimo il drumming che accompagna la voce del singer, sempre molto espressiva. Strumentale la successiva Hurricane’s Eye che mette in risalto le ottime doti compositive e tecniche del gruppo, confermando la professionalità di ogni musicista già avuta nelle tracce precedenti. Veloce ed aggressiva la seguente Kingcrow che ha il suo forte nell’ottimo refrain, forse il più riuscito del lotto, orecchiabile, potente e trascinante che sicuramenta sarà non poco apprezzato nelle serate live. Potente, trascinante e vagamente progressiva la seguente All I Want che precede forse quello che è il pezzo più complesso, strutturato e bello del lavoro. Parliamo della lunga (ben 11 minuti!) suite My War che racchiude in se, in una micidiale sintasi di metallo, tutte le influenze sonore che caratterizzano questa ottima band, strizzando l’occhio anche a certe sonorità epiche tipicamente eighty.
Che dire in conclusione, questo album ha la caratteristica di far felici tutti, dai defender agli amanti di sonorità progressive ai rockers. Un lavoro che mette in risalto le doti e la professionalità di un gruppo che sicuramente avrà la sua parte di storia musicale nel panorama metal targato Italia.
Tracklist:
1. Children of Technology
2. Envy And Die
3. The Black Tower
4. Can My Soul Fly Free
5. Falling World
6. Something Unknown
7. Hurricane’s Eye
8. Kingcrow
9. All I Want
10. My War (in III Parts)