Recensione: Somnambulist
Se il mio lavoro fosse dare un’etichetta a tutti i gruppi che mi capita di ascoltare, questi Sicmonic da Phoenix, Arizona sarebbero la classica e terribile gatta da pelare; questo perchè chiunque si cimenta nell’ascolto di questo loro secondo lavoro discografico, cui l’etichetta italiana indie Aural Music ha deciso di dare maggiore visibilità internazionale, dopo che era inizialmente uscito in poche copie autoprodotte, puntualmente stenta a mantenere nella testa un’idea precisa per più di 30 secondi.
Colti dal morbo della “contaminazione a tutti i costi”, i cinque americani danno vita ad undici brani totalmente folli, cui l’etichetta ha deciso di fara aggiungere ben quattro bonus track per un’edizione rinnovata anche nell’artwork. Somnambulist: un totale di circa 75 minuti di musica che riescono a non stancare l’ascoltatore il quale, anzi, viene sballottato costantemente su un ottovolante di emozioni per lo più perfettamente amalgamate.
Bando ai discorsi, già solo partendo col primo brano To The Fiendz si materializza immediatamente tutto quanto detto in precedenza. Un esplosivo attacco di matrice death, e a tratti black, rotto da evocativi frammenti melodici e, addirittura, da brevi intermezzi rappati del singer Taylor Hession. Quest’ultimo merita una citazione a parte: una voce straordinaria e vera sorpresa di questo disco; versatile fino all’esasperazione, è capace di andare dal cantato a cappella (Seven inches deep), al growling più cavernoso (Fist to Throat), alla clean più patinata che, soprattutto negli ottimi momenti acustici e nelle ballad come la splendida Requiem, ad alcuni reduci degli anni ’80 avrà ricordato il timbro di Tony Hadley. Una freccia fondamentale nella faretra dei Sicmonic e, probabilmente, il collante ideale per poter attuare il sound intricato e caleidoscopico della band; e pensare che in precedenza avevano optato per una voce femminile!
Tutti i membri del gruppo sono in possesso di grande tecnica individuale (e non potrebbe essere altrimenti) ed amano definire il loro genere alternativo, vicino a qualche opera di John Zorn o, tutt’al più, al progressive: in effetti, perlomeno l’anima prog sembra risiedere in molte delle composizioni presenti in questo Somnambulist, dall’altalena emotiva di Of blood and grace alla stessa spiazzante Fist to throat, che espone ad accellerazioni e rallentamenti improvvisi, per non parlare di Acidic epiphanies, che frena bruscamente dopo due minuti e mezzo con un intermezzo jazzato da bar. Ma c’è dell’altro in questi quindici brani; c’è un profondo senso della melodia, la quale fa costantemente capolino tra le asprezze frequenti di un gruppo che, in ogni caso, è votato alla causa del metal ed adora i picchi più estremi di questa musica. Atmosfere eleganti modello A Perfect Circle e, comunque, l’orecchiabilità che traspare da tracce come Till the morning light, Oxygen, oltre che ovviamente da ballate come Paradiseum e la già citata Requiem, che sono da segnalare come indiscutibili highlight del lotto, rendono un disco come questo non un mero sfoggio rumoristico di sperimentazioni, ma una serie di canzoni a tutti gli effetti, capaci di rimanere a lungo nella memoria e di essere cantate ad un concerto.
La chiusura dell’album è affidata alla cover di un notissimo brano country di Charlie Daniels che tratta di una sfida a la Tenacious D persa dal Diavolo con un giovane violinista della Georgia: una metaforica dichiarazione d’intenti ma anche un’ennesima dimostrazione di totale disinibizione per i Sicmonic, che fanno il loro debutto sulle grandi ribalte con buona personalità e che, nonostante la proposta non delle più facili, meriterebbero grande attenzione.
Brutalità, variabilità e raffinatezza. Impossibile? Solo per chi ha i paraocchi.
Francesco ‘Darkshine’ Sorricaro
Tracklist
01. To the fiendz 05:19
02. Till the morning light 07:11
03. Somnambulist 03:14
04. Illumination 07:32
05. Of blood and grace 06:30
06. Requiem 04:14
07. Oxygen 04:21
08. No conscience 04:59
09. Just how far down do you want to go? 05:25
10. Paradiseum 04:39
11. Acidic epiphanies 04:35
12. Fist to throat (bonus track) 03:38
13. Seven inches Deep (bonus track) 04:31
14. Hypnotic (bonus track) 05:05
15. Devil went down to Georgia (bonus track) 03:33
Durata totale 74:39