Recensione: Son Of Armageddon

Di Fabio Vellata - 13 Gennaio 2007 - 0:00
Son Of Armageddon
Band: The Order
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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75

Newcomers dalla vicina Svizzera, i The Order sono una band di recente fondazione costruita essenzialmente attorno a due figure di discreta fama ed importanza: Bruno Spring, chitarrista noto per i propri trascorsi con Gurd e Swamp Terrorists e Gianni Pontillo, dotato singer da poco visto in azione con i sorprendenti Pure Inc.

D’impatto e robusta l’offerta musicale che il gruppo elvetico lancia sul campo: un gagliardo heavy dai contorni talvolta pachidermici ma in ugual modo affilatissimi, cosparso a profusione con massicce impennate hard rock dal forte ed inebriante retrogusto alcolico.
Nonostante una partenza poco indicativa ed ingannevole, riservata a ‘Madmen With Loaded Guns’, brano munito di una notevole dose di chitarre stoppate in stile Pantera e Machine Head, i rimanenti otto pezzi di ‘Son Of Armageddon’ lasciano infatti trasparire una sincera devozione per l’heavy rock più onesto e diretto, figlio legittimo di una passione musicale maturata a colpi di note imperamplificate e bordate soniche ad alto tasso di adrenalina.

Il movimento tellurico della title track ha già infatti da par suo i pieni poteri per poter convincere i potenziali ascoltatori: grinta, potenza, suoni rotondi ed incedere inarrestabile, fanno di ‘Sons Of Armageddon’, un pezzo a cavallo tra thrash ed hard rock di assoluta godibilità ed interesse, che ha nella trame intessute dalla martellante chitarra di Spring il proprio punto di maggiore forza.
Il discorso va a ripetersi brillantemente anche nella successiva ‘On The Radio’: chitarra sempre in primo piano, con toni questa volta alla Zakk Wylde, supportata però da una linea melodica più ad ampio respiro, una prestazione vocale da rocker consumato ed un buon chorus di pronta memorizzazione.
Ancora hard rock ruvido e diretto con ‘Sweet Stranger’, episodio che ha, insieme alla successiva ballatona ‘Loved Died’, il merito di garantire la possibilità di formulare una prima opinione al riguardo delle abilità dei The Order, confortandoci sull’effettivo valore di una proposta sin qui senza alcun dubbio solida ed interessante.

La voce roca e sporca del bravissimo Gianni Pontillo è poi protagonista della scalciante ‘Not Satisfied’, veloce, intransigente e focosa, dotata di una melodia tanto semplice quanto efficace tale da renderla immediatamente familiare e gradita alla rigorosa memoria dei rockers di vecchia scuola.
Medesimo discorso per ‘As One Tonight’, rovente pezzo che mescola Ac/Dc, Zakk Wylde e WASP in una unica soluzione, creando così una ideale colonna sonora per scorribande bikeristiche, con immancabile coretto finale di “Born To Be Wild”…

La chiusura è riservata ai due pezzi invece maggiormente elaborati: ‘Looser’, traccia in bilico tra partiture d’atmosfera e sfuriate di fuoco e metallo e la conclusiva ‘One Man’, lunga divagazione in tempo medio che lascia spazio al virtuosismo del bravo Spring ed alla espressività del più volte citato Pontillo, supportati in modo inappuntabile dai restanti membri alla sezione ritmica, autori di una prova precisa, potente e priva di sbavature.

Il giudizio attribuibile al combo svizzero, dopo un buon numero di ascolti del loro platter di esordio è di certo alquanto positivo: siamo infatti al cospetto di musicisti molto ben preparati, in grado di scrivere canzoni di caratura egregia e soprattutto non troppo succubi delle muse del passato.
Riferimenti alle antiche arti del rock duro sono senza dubbio presenti in gran numero, ciò che piace in particolar modo è il constatare come tali spunti siano sempre però mediati attraverso una sensibilità più attuale ed al passo con i tempi, capace di donare alle composizioni un piacevole alone di freschezza e personalità, unitamente al profilo arcigno e modernamente affilato che si rivela essere patrimonio e caratteristica primaria dell’intero album.

Sbilanciandomi, posso a ragion veduta affermare di aver ascoltato una delle sorprese più gradite offerte dall’ormai trascorso anno 2006.
Ottima band, genuina, devota al passato ma nel contempo capace di essere attuale e ricca di personalità; un disco infine che piace sempre più ad ogni ascolto e rivela pochi punti deboli, dedicato ad una fascia di utenza che certamente lo apprezzerà e non mancherà di prenderlo in considerazione.

Tracklist:

01. Madmen With Loaded Gun
02. Sons Of Armageddon
03. On The Radio
04. Sweet Stranger
05. Loved Died
06. Not Satisfied
07. As One Tonight
08. Looser
09. One Man

Line Up:

Gianni Pontillo – Voce
Bruno Spring – Chitarra
Andrej Abplanalp – Basso
Mauro Casciero – Batteria

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