Recensione: Songs for the Last View
Cosa è rimasto dei Lacrimas Profundere dopo il precedente “Filthy Notes for Frozen Hearts”? A due anni di distanza da quel disco, della band tedesca non è rimasto praticamente nulla. A partire dai membri: solo il chitarrista e fondatore Oliver Schmidt è ancora in line-up, tutti gli altri se ne son andati e son stati sostituiti. Fino ad arrivare alla musica e al sound del gruppo che si fatica a mettere in relazione con la band autrice di alcuni splendidi dischi come “Memorandum”.
Piazza pulita con il passato, quindi; bisogna però vedere se questo “Songs for the Last View” sarà in grado di giustificare tutti questi cambiamenti o se, invece, farà rimpiangere i fasti trascorsi.
Purtroppo, detto da chi ha seguito questa band fin dagli inizi, si tratta del secondo caso.
Schmidt e (nuovi) soci lasciano dietro di se le atmosfere gothic-doom, gli intrecci sinfonici e chitarristici, le composizioni barocche, l’uso sapiente di arpa e voce femminile mescolati a quella maschile dal pulito al growl, per approdare a un, è proprio il caso di dirlo, banalissimo emo-goth commerciale.
La voce del nuovo cantante Rob Vitaccia è indubbiamente adatta al genere proposto, svariando tra un pulito, non sempre convincente, e un suono basso che a tratti può ricordare il Pete Steele dei Type O Negative. Siamo lontani anni luce, però, dall’espressività e dalla versatilità del precedente Christopher Schmidt.
Sotto il profilo musicale le cose non vanno certo meglio. Melodie accattivanti al primo ascolto, ma con ben poco spessore, contraddistinguono buona parte delle canzoni del cd. Tutte le finezze compositive del passato sono ormai dimenticate, questa volta i Lacrimas Profundere optano per una scelta decisamente easy-listening. Ma è così easy, da non lasciare nulla all’ascoltatore dopo la fine del disco. I brani passano, almeno il più delle volte, facilmente, semplicemente, a tratti neanche percepiti dall’orecchio, come una sorta di sottofondo musicale poco invasivo.
Decisamente, da una band di questa caratura, e con questo passato, ci aspettavamo qualcosa di più. La deriva presa dal gruppo tedesco sembra difficile da fermare e l’uscita di scena dei vecchi musicisti, e soprattutto del cantante storico, non fanno presagire nulla di buono. Se qui e là, lungo questo disco, ancora si può avvertire una componente metal, non è certo che continui a esserci a lungo. Già visivamente i Lacrimas Profundere si stanno adeguando a una estetica che li fa sembrare i cugini degli HIM. Se continueranno su questa strada, ben presto è probabile che non troveranno più posto su questo portale.
Per concludere i Lacrimas Profundere realizzano un album della post-fondazione che deluderà ferocemente i loro fan della prima ora. Non vi è rimasto quasi più nulla di ciò che erano una volta, questo indubbiamente gli farà trovare nuovi adepti, ma da un gruppo come questo ci si sarebbe aspettati un disco qualitativamente molto migliore, qualunque genere avessero deciso di suonare.
Tracklist:
01 The Last View
02 A Pearl
03 The Shadow I Once Kissed
04 Veins
05 We Shouldn’t Be Here
06 And God’s Ocean
07 Suicide Sun
08 Dear Amy
09 A Dead Man
10 Sacrifical Lamb
11 Lullaby for a Weeping Girl
12 While
13 A Love that Doesn’t Care
Alex “Engash-Krul” Calvi
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