Recensione: Songs Of White Lion, Vol. II
Chi ama l’hard rock melodico degli anni Ottanta del secolo scorso – talora denominato, in chiave più o meno velatamente dispregiativa, hair metal – sa benissimo chi sia Mike Tramp, il celebrato vocalist di una delle band simbolo di tale epoca, i White Lion.
Dopo lo scioglimento del Leone Bianco, Mike Tramp formò i Freak Of Nature, per poi avviare una carriera solista nel corso della quale ha cercato talvolta di allontanare da sé il peso dell’eredità dei White Lion. In altri momenti, di contro, quasi inevitabilmente il cantante danese ha dovuto fare i conti con il proprio ingombrante passato e riproporre i brani della band in cui militava col chitarrista Vito Bratta. E’ proprio il caso dell’iniziativa avviata l’anno scorso con “Songs Of White Lion”, in cui ha rifatto suo un pugno di canzoni della band, e che oggi vede un secondo capitolo intitolato, ovviamente, “Songs Of White Lion, Vol. II”.
Anche in questo secondo capitolo vengono setacciati diversi album della band statunitense. Fa piacere in particolare al vostro recensore riascoltare parecchi brani da quel “Mane Attraction” del 1990, che all’epoca ebbe meno successo dei suoi predecessori e che invece meritava – e merita – maggiori apprezzamenti. Tra questi, ecco l’opener Lights & Thunder, grintoso hard rock di marca class contrassegnato da efficaci riff e assoli di chitarra, lo spavaldo hard rock Out With The Boys, le due splendide ed evocative ballads dalle sfumature roots Till Death Do Us Part e Farewell To You.
Non potevano qui mancare canzoni da “Pride”, il più grande successo dei White Lion. Tramp ripropone qui, infatti, la celebre Lonely Nights (semiballad elettrica un pò scorticata qui ancora una volta ben interpretata dal vocalist), e le più hard All You Need Is Rock ‘N’ Roll (assai catchy) e Don’t Give Up da Pride (veloce e nervosa).
Presenti anche alcune riproposizioni dall’esordio del Leone Bianco “Fight To Survive”, e, segnatamente, l’intenso slow The Road To Valhalla e l’ aggressiva cavalcata rock El Salvador.
Evidentemente “Songs Of White Lion, Vol. II” è un’uscita che non offre particolari motivi di interesse per chi già conosce, possiede ed ha consumato i classici album dei White Lion. E’ comunque una release gradevole, non priva di buone dosi di energia e che esibisce una voce – quella del titolare dell’opera – ruvida e ancora alquanto potente. Per chi, incredibilmente, non abbia mai ascoltato la band ottantiana (magari a causa della propria giovane età) le canzoni qui proposte possono comunque rappresentare un approccio iniziale a perle assolute di un’epoca gloriosa e irripetibile.
Francesco Maraglino