Recensione: Sonic Brew
Chi è Zakk Wylde?
E’ il chitarrista-cantante dei Black Label Society. E’ il ragazzo che a soli vent’anni fece innamorare di sé e della sua musica niente di meno che il madman Ozzy in persona.
Codesto pupillo di un tanto grande artista , pur essendo sempre impegnato tra tours e registrazioni, è riuscito ugualmente ( e per fortuna) ad intraprendere una carriera musicale tutta sua, parallela agli impegni presi con il singer dei Black Sabbath.
Quello che mi accingo a recensire è il primo album dei BLS: puro, sano Heavy Metal dal sapore di birra ( venerata come poche cose al mondo dal biondo chitarrista). Iniziamo dunque:
La produzione calza a pennello per delle canzoni come quelle contenute in Sonic Brew : non toglie nulla dell’immediatezza e della genuinità di ogni singola nota, ogni brano risulta sanguigno, sincero, e con un “appeal” tutto suo. L’album si presenta come una miscela eterogenea di songs: ci sono quelle lente ( The Rose Petalled Garden) ,le ballad e ,ci sono dei veri e propri “calci nel culo” ( The Beginning …at last piuttosto che Bored to Tears). Heavy metal a 360°. Il sound è grezzo, muscolare – porto come esempio Low Down – e non sono riscontrabili particolari raffinatezze all’infuori di quelle chitarristiche .Tutto è lasciato e dei riff che sanno essere pesanti quanto catchy, capaci di carpire la tua attenzione con la melodia (i pezzi acustici emozionano incredibilmente) , e poi di esplodere in improvvise sfuriate che ti fanno venir voglia di gettarti nella mischia. Gli assoli ci sono, si sentono, e meravigliano.
Parlando delle linee vocali , bisogna dire che sono state create per essere canticchiate sin dal primo ascolto, anche se la voce non è certo al livello dei mostri sacri del genere…d’altra parte il piatto forte di Zakk è sempre stato la chitarra, la sua bravura con la sei corde è qualcosa di straordinario: è preciso, veloce e fa “fischiare” le note come pochi. Uno stile inconfondibile, una garanzia.
“Ok” direte voi, ” ce ne sono tanti che vanno veloci con la chitarra elettrica…” si ma fenomenale lui lo è anche con l’acustica, per rendervene conto ascoltate T.A.Z ( abbreviazione di The Alcoholic Zone). Inutile aggiungere altro..
Prima ho scritto che sono presenti anche delle ballad e qui Spoke in the Wheel potrebbe dar lezione di stile a molti. In essa si può ritrovare uno Zakk totalmente diverso , romantico e sensibile. Viene mostrato quello stesso lato che trovò la sua massima espressione nel cd solista Book of Shadow..ma questa è un’altra storia.
Se ancora non conoscevate Mr.Wylde, beh è ora di farlo.Iniziando proprio da Sonic Brew , magari scolandovi una buona birrozza con degli amici….che ne dite?
Trust in metal.