Recensione: Sonic Scriptures of the end times / Songs to have your nightmares with
Un malevolo ed opprimente motivetto di pianoforte coperto a singhiozzi da una rantolante voce maschile trasmette un senso di inquietudine che suscita però curiosità da soddisfare.
Ascoltare ogni brano del terzetto scandinavo The Wicked adottando una metafora, è come forzare una porta che blocca una parte di mondo a noi sconosciuta, una parte negativa, angusta ma che non riesco a fare a meno di scoprire.
Con Morgul ebbi le medesime sensazioni provocate da Riddles without Answers & Celestial Mechanics e dalla sua canzonetta circense sovrapposta qua e là a violenti patterns di batteria condensati ed intrecciati con un growling tirato, travolgente, conturbante e, come se non bastasse, un claustrofobico intermezzo acustico impregnato di nefasti ed affannosi rumori di sottofondo aumenta l’istrionismo del pezzo che sfocia, riprendendo a scatti alternati il motivo portante, in una paurosa teatralità.
L’insana Phobos IV cambia i parametri stilistici ma non il risultato finale sferzando un duro colpo a coloro i quali credono la musica come incapace nel fomentare sentimenti di negatività estrema . I rallentamenti e le accelerazioni continue che la contraddistinguono, rappresentano le stesse assi poggiate sulle fondamenta della successiva Point-Blank Avenue & Unbirthday Song – The ultimate Ordeal, prima parte spettrale, fregiata di un titolo ispirato da una strada teatro di un omicidio, fusa con la seconda caratterizzata da zampilli di elettro-goth e industrial che contornano fasi vocali agonizzanti il tutto a testimonianza della mente psicolabile dei membri fondatori dei The Wicked.
To Kill a Friend è un riempitivo che francamente non riesco ad inquadrare; un minuto e quarantuno secondi di nulla totale che aprono (si fa per dire) a H8 Universal, brano diviso in più tronconi thrash e black che ricompongono, avvicendandosi, un perverso puzzle di sinistro effetto accompagnati peraltro da una apprensiva filastrocca.
E’ il momento di una assurda pausa della durata di 16 minuti e 30 secondi ovvero il tempo che decorre tra l’inizio della decima (Vaptisma Tis Gnosis) e la fine della tredicesima traccia (Lex Pradaetorius) tempo “riservato” ad alcuna registrazione: ridicola perversione firmata The Wicked o clamoroso errore di stampa della Spinefarm?
La tredicesima ed ultima violenta eruzione, Eaters of the Weak, è la consacrazione sonora della pazzia del combo scandinavo con tanto di presente finale che lascio degustare ai pochi di voi che prenoteranno questo dischetto dal contenuto ripugnante ma suonato divinamente… (merito anche dei guest musicians provenienti da Sinergy e Impaled Nazarene)
A volte la linea che divide capolavoro e scempio è sottilissima ma, in questo caso, non mi sento minimamente in grado di definire Sonic Scriptures of the end times / Song sto have your nightmares with un’opera artistica di eccezionale bellezza e perfezione pertanto consiglio di darne un attento ascolto prima di procedere all’acquisto.
Gaetano “Knightrider” Loffredo