Recensione: Sons of Satan

Di Andrea Bacigalupo - 26 Agosto 2020 - 8:30
Sons of Satan
Band: Venom
Etichetta: BMG Records
Genere: Heavy 
Anno: 2020
Nazione:
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80

… lay down your soul to the gods rock ’n’ roll …

Black Metal

Cosa possiamo dire dei Venom che non sia già stato detto: che hanno dato il via al movimento del Black Metal? Lo sanno tutti. Che, senza di loro, probabilmente, niente Thrash, Death e così via? Anche. Che c’è stato un momento in cui tutti volevano suonare come loro, mandando in malora ore e ore di studi e di prove? Pure.

Forse si potrebbe parlare del loro inizio, dell’epoca in cui si sono formati ed hanno cominciato a scorazzare per i locali di New Castle. Verrebbero fuori delle novità? Purtroppo no! E’ già stato fatto anche questo.

Nel 2019 la BMG Records ha messo in commercio un box-set, dal nome ‘In Nomine Satanas’, comprendente i quattro lavori in studio pubblicati, tra il 1981 ed il 1985, dalla formazione storica dei Venom (quella vera, oserei dire, quella che ha fatto tutto): in ordine ‘Welcome to Hell’, ‘Black Metal’, ‘At War With Satan’, ‘Possessed’ ed il live che ne ha chiuso il periodo, ‘Eine Kleine Natchmusik’.

Per incrementare l’interesse l’etichetta ha aggiunto anche un altro disco, dal titolo ‘Sons of Satan’, da uno dei nomi provvisori della band, contenente una raccolta del primo materiale da loro inciso.

Ora la label lo rende indipendente, pubblicandolo singolarmente dal 28 agosto 2020.

La prima parte dell’album contiene alcuni pezzi registrati nel 1979, per cui a band appena formata con ancora, alla voce, Clive ‘Jesus Christ’ Archer, durante le prove prima di un concerto alla Westgate Road Church Hall nel West End di Newcastle.

C’è poco da dire: le cinque tracce (‘Angel Dust’, ‘Buried Alive’, ‘Raise the Dead’, ‘Red Light Fever’ e ‘Venom’) sono, per la pessima qualità, inascoltabili ed al massimo possono infondere un po’ di nostalgia a chi sa dell’esistenza di questa cassetta, che girava tra i fan e che, sicuramente, ha contribuito a diffondere il nome del combo. Nient’altro, ci sono in giro bootleg che si ascoltano meglio, per cui, a parere di chi scrive, hanno solo valore di testimonianza.

La seconda parte, invece, racchiude la demo di sei pezzi che i Venom hanno prodotto il 10 ottobre 1980, in presa diretta, presso gli Impulse Studios per un costo di 50 sterline, offerta della Neat Records e che comprendeva quattro ore di uso della saletta con la possibilità di incidere.

Registrazione grezza ma efficace, mostra quello che erano i Venom poco prima del patto con satana, stipulato in cambio di tutte le nostre anime, ossia una band dai tratti comuni dell’epoca, che, per quanto dotata di un buon tiro ed assolutamente non male, se continuava così probabilmente si sarebbe dispersa in mezzo a tutta quella moltitudine appartenente alla NWOBHM, rimanendo dietro agli Iron Maiden.

Difatti, i brani, da ‘Sons of Satan’ ad ‘Angel Dust’ a ‘Schizo’, ad esempio, pur se smodati, selvaggi e ribelli erano ancora privi di quella carica luciferina, malvagia e dissacrante che gli venne poi impressa nel detonante album di debutto ‘Welcome to Hell’ del 1981.

E’ stata quindi la decisione di estremizzare l’estremo, di infrangere ogni regola, di osare quello che nessuno aveva ancora osato, di scendere all’inferno per risalirne con prepotenza inaudita, a farla schizzare fuori, facendola divenire promotrice del longevo ed inarrestabile movimento che prese il nome di Black Metal, poi ramificatosi portando al Thrash, al Death ed infine al Black di nuova generazione, e che ha fatto nascere tanti artisti dal talento nero incredibile, da Tom G. Warrior a Chuck Schuldiner, giusto per citare i primi due che mi saltano in mente, ma passando anche per band come i Mayhem, i Possessed ed i Voivod.

I Venom hanno ferocemente compresso il rock ‘n’ roll intriso di Metal e di Punk e lo hanno portato al punto critico per poi farlo esplodere in una pioggia di lava infernale: pseudonimi terrificanti, voce demoniaca, chitarre strazianti, ritmi da paura, testi malvagiamente diretti e senza filtri ed un carisma, quello di Cronos, che richiamava le folle (chi se lo dimentica, indemoniato dietro al microfono con il sangue che gli colava dal collo) hanno segnato un’epoca: questo volevano i fan, i Venom lo hanno capito e glielo hanno dato, tirandoglielo a secchiate.

Chiude l’album la prima demo pubblicata nel 1980 ed una prova del brano ‘At War With Satan’ del 1983.

Sons of Satan’ non aggiunge nulla che non si sapesse alla storia dei Venom, diciamo che è un buon sunto dei primi anni di questo straordinario trio che, magari, sul piano esecutivo ha fatto rivoltare nella tomba Bach e Mozart, ma che sul piano emotivo è riuscita a far esplodere un mondo ed a ribaltarlo per mettere l’inferno al suo posto. Essenziali!

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