Recensione: Soul Expression

Di Alessandro Calvi - 3 Luglio 2008 - 0:00
Soul Expression
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Anno: 2008
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70

A due anni di distanza dal debutto discografico “Wayside” (ma il disco in realtà è stato scritto, registrato ed autoprodotto nel 2004), tornano i Motus Tenebrae con questo loro secondo album intitolato “Soul Expression”. L’esordio era stato uno di quei dischi che si ricordano a lungo, lecita quindi una certa attesa e delle aspettative piuttosto alte per questo loro nuovo lavoro in studio.

Partiti da un gothic-doom dai ritmi lenti e che a tratti potevano ricordare i Type O Negative e i primi Paradise Lost, il sound dei pisani si è via via personalizzato, andando in particolare a integrare sempre più elementi genuinamente heavy e rock oriented. Naturalmente anche i vari cambi di line-up han inciso portando elementi nuovi che si son sempre inseriti in maniera molto omogenea nella musica del gruppo.
Da questo punto di vista questo “Soul Expression” non si discosta in maniera netta dal precedente “Wayside” e ne ripresenta tutti gli elementi. Una maggiore attenzione alla melodia e a soluzioni rock-oriented contraddistinguono il cd senza per questo snaturarne il sound.
Tutti i musicisti sembrano inoltre migliorati sotto il profilo tecnico. Luis alla voce dimostra in questo cd una maggiore personalità dimostrando di esser cresciuto in carisma e capacità, evidenti in pezzi come “Pain Seems Good” e ancora più in “Invisible Sufrage”, traccia, quest’ultima, che si regge tutta sulle spalle sue e su quelle del tastierista Alex Lucatti (qui in prestito dai Vision Divine).
Franz si conferma un ottimo chitarrista e ogni singolo riff di cui è infarcito tutto il disco, a partire dall’assolo di “Anomalya”, ne è il miglior biglietto da visita.
La sezione ritmica non è da meno. Nonostante il cambio di batterista durante le sessioni di registrazione dell’album, il cd non sembra averne risentito e sia l’ex Alex Reverend che il neo-arrivato Anton han dimostrato grande professionalità nel proprio lavoro. Si fa notare anche e soprattutto il basso di Andreas che dà probabilmente il suo meglio su “Samhain”.
Qualche modesta concessione all’elettronica attraverso l’uso di suoni ed effetti campionati, in particolare nella titletrack, risulta anche interessante andando a contraddistinguere ulteriormente il sound dei Motus Tenebrae senza per questo far gridare al tradimento, ma nemmeno al miracolo.
Ottima infine la produzione, tanto da pensare che se ne avesse giovato il disco d’esordio staremmo forse parlando di capolavoro.

I Motus Tenebrae realizzano un secondo disco interessante e molto melodico. Quanto fatto sentire sul precedente “Wayside” è presente, ma alla band non riesce il difficile compito di migliorarsi ulteriormente. Per quanto si tratti di un disco comunque superiore alla media, molto ben scritto e suonato, potrebbe non rispondere del tutto alle aspettative di chi aveva apprezzato l’esordio del gruppo.

Tracklist:
01 World of Senses
02 Anomalia
03 Inner Balance
04 Pain Seems Good
05 Samhain
06 Soul Expression
07 Mindtrip
08 Take Me Low
09 Invisible Sufrage
10 There for You (There 4U)
11 Rain

Alex “Engash-Krul” Calvi

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