Recensione: Souls 26-04-1986
A distanza di due anni dalla pubblicazione del debutto Chemical Faith, concept album discretamente accolto dal pubblico ispirato al romanzo di Christiane F “Wir Kinder vom Bahnhof Zoo” (tradotto in italiano come “Noi i Ragazzi dello Zoo di Berlino”), tornano i romani Neverdream con un nuovo full length intitolato Souls 26-04-1986.
Il sound proposto in questo Souls 26-04-1986 è un progressive metal dotato di una venatura oscura che strizza l’occhio ai Pain of Salvation senza però cadere eccessivamente nel derivativo. Fuori discussione è la preparazione dei musicisti: ottimi gli spunti del tastierista Mauro Neri sia nelle parti soliste che quando si mette al servizio del roccioso riffing thrash-oriented del chitarrista Giuseppe Marinelli. Impressionante la sezione ritmica composta da Federico Criscimanni al basso e Gabriele Palmieri alla batteria che colpisce l’ascoltatore per la varietà di soluzioni stilistiche proposte per tutta la durata del disco. Di rilievo inoltre i pregevoli inserti di sax da parte di Fabrizio Dottori (che in questa sede si occupa anche dei campionamenti) che contribuiscono a dare una particolare sfumatura alle composizioni. Il concept tutt’altro che banale che viene trattato in questo album, la tragedia di Chernobyl dell’Aprile 1986 quando l’esplosione di un reattore nucleare e la conseguente fuoriuscita di gas radioattivi hanno causato migliaia di morti e centinaia di migliaia di sfollati, è diviso in due sezioni: la prima, che ha come traccia principale Victims (incentrata sulle riflessioni di un bambino orfano che in seguito alle radiazioni si ammala di cancro), affronta la catastrofe nella sua globalità, focalizzandosi su differenti punti di vista. La seconda parte del concept racconta invece la storia di un soldato russo che vede portarsi via dal disastro di Chernobyl la propria moglie e la propria figlia: la tragedia lo colpisce al punto tale da perdere la fiducia verso il paese per il quale ha combattuto tutta la vita e lo spinge al suicidio. Tutte le composizioni del disco si attestano su ottimi livelli, senza fillers o cali drastici: da citare sicuramente tra le tracce meglio riuscite l’opener Silence, uno punti più melodici dell’album, con un refrain molto orecchiabile e un assolo di sax tanto semplice quanto efficace. Molto belle anche la sperimentale Burning the Hopes (con le voci filtrate e i continui campionamenti in sottofondo) e la già citata Victims. In evidenza anche Across the Tears, malinconica ballad di pianoforte dove la bella voce di Giorgio Massimi si esprime davvero al meglio.
In definitiva questo Souls 26-4-1986 è un disco complesso e maturo sia a livello musicale che per gli argomenti trattati: c’è ancora qualche angolo da smussare nel songwriting e qualche influenza da lasciarsi alle spalle. Un discorso a parte per la voce del frontman Giorgio Massimi, ottima sui toni più bassi però assai limitata quando le composizioni richiedono un’interpretazione più aggressiva. Buoni nel complesso la produzione e il missaggio, affidato a Achim Kohler (già noto per aver lavorato con Nevermore, Amon Amarth e Sodom), anche se i suoni di chitarra rimangono leggermente soffocati rispetto agli altri strumenti. Quindi un ottimo lavoro per una band che dimostra di aver imboccato la strada giusta: ora si tratta di aspettare la prossima release per valutare se riusciranno a percorrerla fino in fondo.
Lorenzo “KaiHansen85” Bacega
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Tracklist:
01. Silence
02. Burning the Hopes
03. Victims
04. Across the Tears
05. Looking the Lies
06. Waterfall
07. City of Ghosts
08. Souls
Lineup:
Giorgio Massimi – Vocals
Giuseppe Marinelli – Guitars
Federico Criscimanni – Bass
Gabriele Palmieri – Drums & Backing Vocals
Mauro Neri – Keyboards
Fabrizio Dottori – Sax & Programming
