Recensione: Souls to Deny
Suffocation: a quale deathster questo nome può
risultare sconosciuto?
Proprio sull’onda del revival death metal, della grande nostalgia della vecchia
guardia dei fans e sulla curiosità dei nuovi adepti, la band newyorkese ha
deciso dopo diversi anni di tornare sulle scene, per dare un seguito a
quell’avventura che aveva saputo creare capitoli assolutamente fondamentali
nella storia del death metal, lasciando tracce precise per un intero modo di
concepire questo stile.
La fine della band era stata ingloriosa e
sembrava definitiva: troppo poche erano le possibilità che si aprivano al
gruppo, troppo scarse le probabilità di sbarcare il lunario a fronte delle
vendite e dei guadagni ottenuti con la carriera musicale, ed i Suffocation nel
2002 decisero, dopo un EP mal distribuito e valorizzato solo attraverso una
ristampa successiva, di sciogliersi, anche a causa di contrasti tra i vari
membri del gruppo, esacerbati dalla situazione. Ma il battage pubblicitario
della loro originaria ed attuale label, la Relapse, nonchè la pressione da
parte di un folto ed affezionato pubblico sia in America che nel vechio
continente portarono poco dopo il gruppo alla ricostituzione ed alla
composizione di questo splendido come-back, Souls to deny.
Ma attenzione, non siamo di fronte all’ennesima
reunion per racimolare due soldini e magari campare di rendita su successi
passati: qui la qualità c’è ancora tutta, si è forse addirittura evoluta in
qualcosa di più esaustivo e garantisce lezioni a tutti i “followers”
che, affascinati dal loro suono, hanno tentato di riprodurne negli anni le
caratteristiche fondamentali. E riecco padri del brutal sound “newyorkese”:
quel mix inestricabile di soluzioni ritmiche intricatissime, riffs serrati e
matematicamente incastrati tra loro e brutalità di suono che loro crearono dal
nulla e svilupparono, tra gli altri, in colonne portanti del metal estremo come Effigy
of the Forgotten e Pierced from Within, due dischi immancabili.
In effetti i pezzi di Souls to deny sembrano prendere le mosse da
quello che Pierced…, nell’ormai lontano 1995, ci faceva ascoltare; ma i Suffocation
ci fanno anche capire da subito che il loro non è un attaccamento forzatoa
vecchie sonorità, e riescono ad attualizzarle con vari trucchetti: Deceit,
traccia d’apertura, con la sua intro, si ricollega a quella che poi è la fine
del disco con Tomes of acrimony, e sviluppa immediatamente uno
stile che sembra essere ancora più versato all’inserimento di una melodia
malsana all’interno delle cervellotiche strutture dei pezzi. E dalla velocità
la band passa a tempi parzialmente cadenzati, sconvolgendoli in continuazione
con inserti da pura schizofrenia, in To weep once more e Subcosciounsly
Enslaved, quest’ultima forse la canzone migliore del lotto; qui il combo
gioca a costruire riffs più “catchy”, con una metrica vocale più
immediata, per poi ribaltare le aspettative e tornare al saliscendi di riffs,
quel tipo di songwriting che ci consente di trovare ad ogni ascolto qualcosa di
nuovo, qualcosa di ancora più incredibile.
Cosa dire poi dei momenti in cui i Suffocation si rivolgono verso la
Scandinavia, prendendone in prestito il senso melodico e destrutturandolo a loro
modo con una tecnica asfissiante? Sentite la già citata Tomes of Acrimony
e vi renderete conto di come il brutal abbia sempre nuove strade da offrire, a
patto che sia messo nelle mani giuste.
Souls to Deny è ad ogni modo un
disco che va apprezzato nella sua interezza: non è possibile infatti scinderlo
dallo splendido e classicissimo artwork di Dan Seagrave, su cui si basa
tra l’altro la nuova grafica del sito degli statunitensi, nè sarebbe utile
trascurare l’importanza che la produzione riveste nell’economia del disco:
potente e pulita, senza per questo avvicinarsi nè alla claustrofobia del suono
floridiano nè a quello del tutto diverso proposto in Svezia; una riuscita
enfatizzazione di un suono unico, e l’opportunità perfetta per valorizzare, tra
gli altri, l’incredibile lavoro svolto dal drummer Mike Smith.
Grandissimo ritorno quindi per una band imprescindibile: Souls to Deny
è semplicemente un must. Forse questa è la volta buona, verrebbe da dire,
forse ai Suffocation finalmente verranno riconosciuti i giusti meriti ed
i relativi successi.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Tracklist:
1. Deceit
2. To Weep Once More
3. Souls To Deny
4. Surgery Of Impalement
5. Demise Of The Clone
6. Subconsciously Enslaved
7. Immortally Condemned
8. Tomes Of Acrimony