Recensione: Southern Storm
I Krisiun sono da tempo una delle più solide certezze del death metal: con uno stile ben definito e inamovibile nella sua inarrestabile aggressività, la band brasiliana costituita dai tre fratelli Alex Camargo e Max e Moyses Kolesne (il differente cognome di Alex è dovuto al fatto che preferisce utilizzare quello materno) è riuscita, album dopo album, a costruirsi una personalità decisamente spiccata, fino a diventare una delle punte di diamante della scena brutal death, grazie anche ad un’evoluzione coerente e costante, supportata dalle straordinarie capacità tecniche dei tre musicisti. Ovviamente, trattandosi di brutal death, e a maggior ragione trattandosi di un gruppo intransigente come i Krisiun, quando si parla di evoluzione non bisogna pensare ad alcun particolare stravolgimento della tipica formula propria di questo genere: la sostanza musicale del loro stile non è mai cambiata, le velocissime mitragliate e gli stop’n’go che da sempre li caratterizzano sono lì al loro posto, ma la progressione risiede in un costante affinamento delle capacità compositive e strumentistiche da parte dei tre musicisti, che, sempre più padroni della materia prima da loro forgiata, possono ormai considerarsi veri maestri del genere di cui sono fieri portabandiera. Dopo sei full-length, è ora la volta di Southern Storm, che capitalizza i pregi già messi in luce col precedente, ottimo AssassiNation: anche stavolta i Krisiun riescono a mettere a segno un colpo dalla potenza inaudita, dimostrando di avere ancora molte cartucce da sparare.
Non credo che lo stile dei Krisiun necessiti di molte presentazioni: abbiamo a che fare con del brutal death estremamente tecnico, sostenuto da ritmi folli e inarrestabili che raramente concedono pause all’ascoltatore. L’elemento del sound che per primo colpisce maggiormente è probabilmente la batteria: Max Kolesne distrugge le pelli senza sosta con blastbeats su blastbeats, ostentando velocità e precisione impressionanti (basti ascoltare il tappeto di doppia cassa), e producendosi anche in fill complessi e tentacolari che aggiungono ulteriore spessore tecnico della prestazione. La chitarra di Moyses eccelle sia nel comparto ritmico che in quello solistico, macinando riff potentissimi con abilità chirurgica, ed arricchendo il fluire delle canzoni con assoli lunghi, intricati, e molto coinvolgenti. E, a proposito di comparto ritmico, la produzione perfetta di cui si avvale l’album esalta la corposità e la potenza del basso di Alex, che con le sue linee frenetiche crea un’impalcatura sonora estremamente imponente. Il growl – sempre opera di Alex Camargo – è una certezza immutata nel tempo, e mantiene inalterate la sua carica distruttiva e la sua grande potenza timbrica. Il quadro finora descritto dovrebbe dare un’idea della musica dei Krisiun: un carroarmato che schiaccia qualsiasi cosa sotto la propria devastante potenza. Lo spettro che talvolta affligge le produzioni brutal death, ossia una certa ripetitività di fondo, è fugato dai Krisiun grazie ad una sapiente capacità compositiva che sa bene quando interrompere l’orgia di velocità per lasciar spazio a qualche breve rallentamento atto a movimentare la struttura delle canzoni, dove posizionare gli assoli di chitarra, e dove inserire passaggi leggermente più catchy. Le varie tracce, dunque, pur seguendo in superficie uno schema abbastanza univoco, sono sufficientemente diversificate da permettere ad ognuna di emergere con una propria personalità; il gruppo, d’altra parte, non risparmia qualche sorpresa come un sorprendente intermezzo di chitarra acustica verso la conclusione dell’album, e una riuscita cover di Refuse/Resist dei connazionali Sepultura.
I Krisiun dunque sono tornati col loro abituale carico di brutalità e di tecnicismo. Southern Storm è un disco eccellente, risultato di anni ed anni di esperienza sul campo, e merita di essere annoverato fra i migliori episodi della loro carriera al pari di Conquerors Of Armageddon, Works Of Carnage, ed AssassiNation. Ovviamente Southern Storm è destinato ad una nicchia di ascoltatori amanti di sonorità così estreme e potenzialmente ripetitive per orecchie non abituate, ma nel suo genere è un album praticamente privo di pecche, che racchiude in sè tutte le caratteristiche che un ottimo platter di death metal brutale e ultra-tecnico dovrebbe possedere. D’altra parte un gruppo come i Krisiun, dall’attitudine professionale e coerente ma al contempo umile e sincera, merita di essere supportato, e lavori come Southern Storm non fanno che confermarne il valore.
Giuseppe Abazia
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Tracklist:
01 – Slaying Steel (04:11) (mp3)
02 – Sentenced Morning (03:59)
03 – Twisting Sights (04:05) (mp3)
04 – Minotaur (03:51)
05 – Combustion Inferno (04:23) (mp3)
06 – Massacre Under the Sun (04:43)
07 – Bleeding Offers (03:24)
08 – Refuse/Resist (Sepultura Cover) (03:00)
09 – Origin Of Terror (04:05)
10 – Contradictions Of Decay (04:08)
11 – Sons Of Pest (04:47)
12 – Black Wind (00:48)
13 – Whore Of The Unlight (04:23)