Recensione: Sovereign Remedy
Gli Elixir sono una delle band fondamentali della NWOBHM e il 2004 ha riportato in auge il nome di questi britannici che hanno scritto pagine storiche dell metal classico. Usicranno due cd degli Elixir in questi mesi, il primo è il nuovo disco della band intitolato “The idol”, l’altro è questo “Severeign remedy” che vuol essere una revisione migliorata del secondo disco della band “Lethal potion” difficilmente reperibile.
La track list di “Sovereign Remedy” è quasi raddoppiata rispetto al suo predecessore, i pezzi sono stati riregistrati con la nuova line-up e l’art work è completamente differente. La band inglese ci tiene a precisare che questo “Sovereign remedy” è il loro vero secondo disco e che questo prodotto è da considerarsi ufficiale al 100 % da parte dei fan. Lo stile della band britannica non si è spostato di una virgola dal sound inconfondibile degli anni della NWOBHM e sono ben poche le differenze rispetto al primo “The son of Odin”. Quindi aspettatevi un sound travolgente giocato su riff dinamici e frontali, ritmi dinamici ma mai eccessivamente rapidi e un piacevolissimo mood stagionato che rende ogni pezzo del disco volontariamente condizionato dai canoni degli anni ottanta britannici. Ogni canzone possiede un appeal live irresistibile e un graffiante impatto ritmico che mi ha ricordato i Samson migliori o al limite i primi Iron Maiden. Non per fare il professore di metal classico ma negli Elixir militò un certo Clive Burr che ai fan dei Maiden non passò inosservato. La produzione del cd è molto convincente e giocata sulle chitarre classicamente potenti e ispirate, dimenticate completamente tutte le possibili contaminazioni sonore della scena europea moderna perchè “Sovereign remedy” sembra registrato nel 1986 e sfiderei chiunque a smentirmi. Devo dire che, come da loro stessi confermato, gli Elixir hanno dedicato questa uscita ai collezionisti e ai loro fan più accaniti.
Si parte in quarta con “Visions of darkness” un pezzo trascinante e davvero convincente, il refrain vocale genera una presa immediata e la band sembra essere prefettamente a suo agio con i canoni del metal britannico degli anni migliori. Prendete i Tygers Of Pan Tang più travolgenti e aumentate l’impatto delle chitarre, credo abbiate una buona idea di come suonino pezzi come “She’s got it” e “Llagaeran”. Più oscure e cattive “Shadows of the night” e la title track sono affidate alle ottime parti ritmiche delle chitarre e a una ispiratissima sezione ritmica dal sapore old-fashioned. L’heavy rock indistruttibile di “Legion of the eagle” e “Last rays of the sun” farà la gioia dei cultori più accaniti della NWOBHM e credo non deluderà nemmeno i metallari più giovani che quel periodo non poterono viverlo. Lo slow acustico “Lost in a dream” si affida a un buon refrain vocale e presenta una raffinatezza compositiva invidiabile rispetto agli standard imperanti nel mercato attuale. Il disco si conclude con le note irresistibili di “All together again” un pezzo pensato in ottica live che non deluderà assolutamente il pubblico metal più fedele e oltranzista.
Eistono delle copie autoprodotte di “Sovereign remedy” che vengono distribuite dalla band tramite il sito per sette Sterline, non cercatele perchè sono finite, io mi sono beccato l’ultima. Phil Denton (chitarrista degli Elixir) tiene a farvi sapere che in questi giorni esce l’edizione di “Sovereign remedy” della Clod Town Music e credo sarà molto più semplice trovarla per tutti voi. Se siete innamorati della NWOBHM questo disco è per voi.
Tracklist:
1. Metal Trance
2. Visions of Darkness
3. Light In Your Heart
4. She’s Got It
5. Sovereign Remedy
6. Llagaeran
7. Last Rays of the Sun
8. Shadows of the Night
9. Louise
10. Legion of the Eagle
11. Edge of Eternity
12. Lost In A Dream
13. (When We’re) All Together Again
14. Metal Trance (Reprise)