Recensione: Space Metal

Di Keledan - 20 Giugno 2002 - 0:00
Space Metal
Band: Star One
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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76

Space. The final frontier.
These are the voyages of the starship Enterprise.

Se state già piangendo, allora questo album fa per voi.
L’ultima fatica del grande Arjen Anthony Lucassen, conosciuto meglio con il suo pseudonimo Ayreon, si presenta subito con una novità. Eh già, perché Arjen si sforza di spiegare ai quattro venti come questo album non sia un tipico album di Ayreon, tanto che, per non tradire i fans del bardo più psichedelico del mondo, si è inventato un nuovo pseudonimo: Star One!
Space Metal in effetti è più duro e metallico rispetto alle opere targate Ayreon, ma i fan possono stare tranquilli, perché i marchi di fabbrica dell’artista olandese sono tutti presenti.

L’album è un concept spaziale, i pezzi toccano, più o meno indirettamente le saghe fantascientifiche più apprezzate, quindi si va dall’immancabile Star Trek a Stargate, a Dune, Alien, Babylon V e chi più ne ha…
Il sound è quello di Ayreon, come già detto indurito in un heavy/power prog. Al solito abbondano i suoni sintetici,  e cori femminili e maschili alla Into The Electric Castle.
I lead vocalists Russel Allen, Damian Wilson e Dan Swano interpretano alla grande, l’unica donna della compagnia, Floor Janse, se ne resta purtroppo in secondo piano limitandosi ai backing vocals.

Tra i pezzi forti del cd, sicuramente la opener Set Your Controls, il pezzo più tirato del lotto, che mi ricorda in qualche modo Somewhere Out In Space dei Gamma Ray.
Ottima anche la melanconica Songs Of The Ocean, che mi pare esplicitamente dedicata al film Star Trek: Rotta la Terra. Bella anche The Eye Of Ra che gode di una notevole la somiglianza con le sonorità di Into The Electric Castle. Starchild, il pezzo finale è caratterizzato dal tipico crescendo che porta, attraverso una pausa centrale, a un lungo tripudio finale, per poi cedere al silenzio… Ben riuscita, ma comunque impallidisce di fronte a pezzi quali The Charm Of The Seer  (dall’album The Final Experiment) nel quale il crescendo è a dir poco pucciniano.

Di solito, gli album di Arjen Lucassen ai primi ascolti lasciano abbastanza indifferenti, per poi passare a fasi di coinvolgimento a dir poco morbose. Questo, perlomeno, mi è capitato con i capolavori The Final Experiment e Into The Electric Castle, che spesso tornano a visitare il mio lettore cd. Questo ultimo album, purtroppo, non mi ha mai veramente appassionato, nonostante lo ascolti ormai da parecchio tempo. Impagabile il divertimento nel cercare di scoprire i vari riferimenti alle opere di fantascienza, purtroppo non sono un grande esperto, ma qualcosina mi pare di aver indovinato.
Un buon album, ovviamente chi segue Arjen Lucassen da anni lo comprerà qualsiasi cosa io scriva. Vorrei solo suggerire, quindi, a chi non conosce le opere di questo geniale artista, i due album che ho citato in continuazione. In particolare suggerisco The Final Experiment a chi apprezza maggiormente l’epico, mentre Into The Electric Castle è più per i fan della psichedelia.

Dimenticavo, se siete appassioanti di Sci-Fi aggiungete pure 15 punti al voto.

Our continuing mission… To boldly go where no one has gone before!

1. Lift Off
2. Set Your Controls
3. High Moon
4. Songs Of The Ocean (Star Trek: Rotta verso la terra)
5. Master Of Darkness
6. The Eye Of Ra (Stargate?)
7. Sandrider (Dune?)
8. Perfect Survivor (Alien)
9. Intergalactic Space Crusader
10. Starchild

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