Recensione: Spawned by Evil
I Necrophobic sono una delle band più ingiustamente sottovalutate dell’intero panorama black metal. Il gruppo, nonostante dischi di grande caratura -su tutti il glaciale “Hrimthursum”-, non è mai riuscito ad imporsi sul mercato discografico.
La formazione nasce nell’ormai remoto 1989 dalla mente di uno dei geni della scena svedese, vale a dire quel Dave Parland già chitarrista in forza ai Dark Funeral.
Dopo svariati demo, i nostri arrivano a registrare il full-length “The Nocturnal Silence” nel 1993, al quale fa seguito, tre anni più tardi, “Spawned by Evil”, EP contenente quattro pezzi, di cui tre cover.
Il lavoro fu prodotto dalla storica Black Market Production, già cosa discografica, tra gli altri, di Bathory, Edge of Sanity e Cemetary.
Oggi, a distanza di 12 anni dalla sua pubblicazione, i cinque, tramite la Hammerheart Records, ripropongono al mondo intero tale opera. Ristampato in sole 500 copie, il cd presenta una tracklist ampliata da altre quattro canzoni: di queste, due sono cover, mentre le altre due sono estratte da “Blood Freezing”, demo datato 1994 e mai rilasciato ufficialmente.
Le danze vengono aperte dalla title-track, brano veloce e aggressivo, in pieno stile Necrophobic: il riffing -compatto e tagliente come una lama- è sostenuto dal drumming impetuoso e vario di uno Sterner preciso come un orologio svizzero. Lo screaming di Tobias, come di consueto, è abrasivo e glaciale; il cantante è autore di una prova davvero convincente, non solo sotto il profilo tecnico, ma anche -e soprattutto- sotto quello “emozionale”. La potente voce dello svedese sottolinea con decisione la atmosfere sulfuree che permeano la traccia dal primo all’ultimo secondo.
Si prosegue con la prima delle cinque cover, vale a dire “Die by Sword”, canzone degli Slayer contenuta nel seminale “Show No Mercy”. I ragazzi si dimostrano a proprio agio anche nell’affrontare un pezzo di tale importanza storica, reinterpretandolo con personalità e classe cristallina, senza peraltro snaturarlo.
Tra gli episodi meglio riusciti merita una menzione d’onore anche lo splendido rifacimento di “Enter the Eternal Fire”, brano firmato da Quorthon nel lontano 1986. La song, senza presentare alcun tipo di alterazione strutturale, mantiene inalterata la sua epicità e la sua drammaticità, pur risultando tecnicamente decisamente più “evoluta”.
Meritevoli di interesse sono anche i due inediti “Black Moon Rising” e “The Call”. La prima, estremamente compatta e feroce, è un classico esempio di black svedese con chitarre e voce in primo piano; la seconda è invece assai più articolata e atmosferica. Il guitar-work è esaltante sia nei passaggi più tirati che in quelli più “pacati”: le trame tessute dalla sei corde sono intricate ed eleganti e difficilmente vi lasceranno indifferenti. La batteria pesta forte come non mai e sovente si lancia in blast-beat furiosi, che sostengono a dovere la voce esasperata di un Tobias assolutamente fenomenale.
Nonostante si tratti di una ristampa, per di più di un disco composto quasi solo di cover, “Spawned by Evil” rimane un lavoro meritevole di attenzione. I Necrophobic si dimostrano abili strumentisti e grandi arrangiatori, anche quando si tratta di rielaborare canzoni lontane anni luce dal black metal (chi ha detto “Moonchild“?).
Naturalmente non siamo al cospetto della migliore opera degli svedesi, ma se siete seguaci del black più ferale e sanguinolento, allora dateci ascolto, potreste davvero trovare pane per i vostri denti.
Emanuele Calderone
Tracklist:
01- Spawned by Evil
02- Die by Sword (Slayer Cover)
03- Nightmare (Venom Cover)
04- Enter the Eternal Fire (Bathory Cover)
05- Ridden with Disease (Autopsy Cover)
06- Moonchild (Iron Maiden)
07- Black Moon Rising
08- The Call
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