Recensione: Speak English Or Die
Signore e signori, inchinatevi al passaggio dei Sod, alias Stormtroopers Of Death!!! E i più attenti e fedeli al gruppo di voi avranno già notato un inghippo: cosa vorrebbe dire “2002, Steamhammer”??? Presto detto: la Steamhammer, divisione della più nota SPV, ha appena ristampato questo capolavoro per consegnarcelo con una nuova veste grafica e la bellezza di 11 tracce inedite!!! E, splendore degli splendori, ben 9 di queste sono testimonianza di un loro concerto in Tockyo del 1999. Ora però qualche parola per chi (pochi spero…) non conosce l’album.
Speak English Or Die è una pietra miliare del Thrash, una creatura mostruosa e appassionante allo stesso tempo, un album che trasuda marciume e violenza da tutti i pori: in tutte le 21 tracce dell’originale si ha un continuo alternarsi di parti da headbanging sfrenato con altre tipicamente grind. Sì, non avete capito male! I Sod non hanno paura a lanciarsi in pazzeschi stacchi grind, e neanche a proporre brani della durata irrisoria di pochi secondi. Ma questi sono aspetti dell’album che mi toccano solo parzialmente: la sua vera bellezza è nascosta invece in ogni suo riff… Insomma, non siamo davanti ad uno di quegli album che diventano classici solo perchè precursori di un genere: i Sod alla resa dei conti inventano ben poco, ma suonano con grandissimo stile e passione.
Sergent “D” & The SOD, Speak English Or Die, United Forces, Fist Banging Mania e tante tante altre sono brani destinati a rimanere per sempre nella storia del Thrash. Canzoni che non hanno bisogno di staccarsi dalla tradizione per essere uniche, e che per il medesimo motivo non possono essere “accusate” di essere troppo canoniche. Potete fidarvi del sottoscritto, se non avete mai ascoltato questo album vi siete persi buona parte di quello che la “vecchia” scena metal ha saputo offrire.
Per quello che riguarda le due bonus tracks niente di particolarmente significativo da segnalare, se non che sono in perfetto stile Sod e leggermente più violente delle precedenti, in modo particolare Go. Spettacolari invece tutte le tracce live!!! In queste si respira la vera essenza di questo fenomenale gruppo, la loro pacchianità che però è così carica di ironia da non infastidire affatto; e a sentire brani come United Forces vi assicuro che vi sentirete così coinvolti da avere l’impressione di essere là, sotto il palco, in pieno pogo!
“Speak English Or Die” non è un album qualunque, è un pezzo di storia. E non è un cimelio, ma uno di quei Cd che vi ritroverete spesso e sovente ad ascoltare con estremo piacere. Il consiglio vien da sè…
Matteo Bovio