Recensione: Spirit
Dopo ‘Vèn’ (Recensione), ep gradevole ma ancora piuttosto acerbo e lontano dalle composizioni che possono aprire i cancelli per la scalata alla scena pagan/folk, gli Eluveitie danno alla luce il loro primissimo album da studio.
Inutile nascondere la realtà: con Spirit siamo di fronte a un salto di qualità impressionante. In solo due anni la band elvetica si è resa protagonista di una crescita repentina notevolissima, che li ha portati a una stagionatura tanto improvvisa quanto positiva. Le imperfezioni sono state corrette, la musica ha assunto una profondità davvero considerevole, gli arrangiamenti sono saliti a un livello di eccellenza e le pretese dei brani sono state ridimensionate verso l’alto, con una intraprendenza che di certo non può che essere vista di buon occhio da chi non ama prodotti stereotipati e derivativi.
Gravi fisarmoniche alla Moonsorrow, riffing con le ritmiche in stile Mithotyn, tin whistle a richiamare i modi delle melodie popolari irlandesi, violino sulla falsariga dei Månegarm più quieti e dei Korpiklaani più malinconici. Infine, numerose parti chitarra acustica a spezzare le velocità spesso vertiginose del disco. Il tutto amalgamato secondo una matrice sempre in bilico tra il death metal melodico, improvvise accelerazioni black e quel riffing veloce e cavalcato tipico della scena viking. Una varietà di suoni e modi che rende Spirit un disco da inseguire per le sue virate artistiche e le sue corse, i suoi break e i suoi fraseggi armonici. Siamo, seppur a un livello più basso, su quei sentieri di intraprendenza e di ricchezza di assortimenti che ha permesso agli Asmegin di partorire quel capolavoro di ‘Hin Vordende Sod & Sø’ e di shockare un 2003 altrimenti sovrastato incondizionatamente dalla divina magnificenza di ‘Kivenkantaja’.
Di fronte a tutte queste buone novelle, ciò che colpisce di più in Spirit è sicuramente la maturità con cui i vari elementi si vanno a incastonare in una compatta sinergia di intrecci di cui proprio i già citati Moonsorrow e Asmegin sono maestri. Brani profondi e stratificati, dove prende vita una sorprendente unione di melodie di scuola celta e ritmiche e arrangiamenti di matrice finnica e scandinava. Negli ultimi anni molti ci hanno provato fallendo. Gli Eluveitie ci sono riusciti, e Spirit può essere tranquillamente definito come uno dei primi figli robusti e forti nati dall’intreccio di queste due correnti spesso così lontane per attitudine e modalità.
Dunque, plauso e approvazione per quello che questa giovane band elvetica è riuscita a fare con il suo primo full-length, un disco fresco e vario, personale e giustamente pretenzioso. Nonostante Spirit sia un disco sorprendentemente maturo, i margini di miglioramento esistono, e se nei prossimi anni gli Eluveitie dovessero dare un seguito e un’evoluzione positiva a questa primogenitura, ne sentiremo davvero delle belle.
Tracklist:
01. Spirit
02. Uis Elveti
03. Your Gaulish War
04. Of Fire, Wind & Wisdom
05. Aidû
06. The Song Of Life
07. Tegernakô
08. Siraxta
09. The Dance Of Victory
10. The Endless Knot
11. Andro
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini