Recensione: Spirited Away
Parigini, romantici, gotici, al terzo album in sei anni. Dal 2012 incidono per Massacre Records, dunque sono nel circuito che conta (non esageriamo, pure i Coronatus sono sotto contratto per Massacre, fanno gothic, hanno il traino muliebre… e iddio ci scampi e liberi da un altro loro album). L’aspetto che mi ha colpito in primis degli Asylum Pyre è che la line-up che ha inciso l’album non è già più quella effettiva. Praticamente rimane il solo Johann Cadot, chitarrista e male vocalist, ed evidentemente padre padrone del marchio, gli altri tutti a casa.
Il nuovo disco vedeva già un po’ di rivoluzione in formazione rispetto ai precedenti capitoli, ora però è stato resettato tutto e viene da chiedersi quale sarà il prossimo passo della biografia degli Asylum Pyre. Valuteremo a tempo debito, intanto abbiamo per le mani il prodotto delle loro ultime fatiche ed è un bel sentire. Qualcuno si ricorda dei Flowing Tears (nati come Flowing Tears And Withered Flowers), attivi tra il 2000 ed il 2008, autori perlomeno di due autentiche perle in ambito gothic metal, “Serpentine” e “Razorbliss“? Ecco, quello è il punto di partenza per entrare nel mondo degli Asylum Pyre, il biglietto da visita, l’indizio concreto per farsi un’idea.
Ma non si esaurisce tutto con un paragone, “Spirited Away” è un po’ più civettuolo, non ha paura di fraternizzare con aspetti squisitamente commerciali e piacioni, ingloba l’elettronica (senza pacchianerie e senza strafare), vede in Chaos Heidi (già ex vocalist, rimpiazzata pare da Oxy Hart) una timbrica curiosamente vicina a quella calda e rotonda della Lita Ford di “Stiletto” e “Dangerous Curves“, controbilancia con grugniti orscheschi quando necessario (le esplosioni di testosterone in “Soulburst“, per dire).
Gli Asylum Pyre non inventano nulla, quasi impossibile farlo se si suona gothic metal, tuttavia la qualità c’è, l’album ha solo punti di forza. E’ ottimamente prodotto e suonato, è elegante, “classy”, mesce adeguatamente vigore e sentmentalismo, metallo ed atmosfere. Un meritevole prodotto di genere. Se siete estimatori del gothic dovreste far tappa inderogabilmente a Parigi, poiché tra le tante uscite anonime ed inutili che inflazionano il filone gli Asylum Pyre spiccano certamente per pregio, dinamismo delle partiture, ricchezza del songwriting e soluzioni catchy che, come da contratto, acchiappano l’ascoltatore senza però ricorrere a banali facilonerie un tanto al kg.
Marco Tripodi