Recensione: Spirits Of The North
Per lo più sono solito ascoltare la musica in motorino, mentre mi muovo per la città. Standoci molto ogni giorno, impiego quel tempo per gustarmi un buon CD, che scelgo con cura prima di uscire di casa.
Che ci frega?
E’ per dire che un CD che riesca a stare per giorni consecutivi nel mio lettore, usurpando la postazione che -in questi giorni finalmente freddi- è di diritto degli Immortal, deve evidentemente essere di un certo livello.
Ebbene, devo dire che questo “Spirits Of The North” degli abbruzzesi Draugr mi ha lasciato un’ impressione più che buona fin dal primissimo ascolto, ricordandomi per alcuni aspetti quegli Asmodeus [gruppo -ahimè- misconosciuto] di cui sono grande estimatore.
I Draugr si formano nel Gennaio 2003, con tutti i componenti che già venivano da esperienze precedenti [e si sente]. Dopo un inizio speso coverizzando gruppi quali Dark Funeral [che infatti rimarrano ben presenti nel sound della band], Dissection e Necrodeath i Draugr compongono ed incidono questo primo demo, con l’intenzione di rendere omaggio alla cultura e alle tradizioni delle lande nordiche che hanno dato origine al movimento black metal.
Un intro di venti gelidi rotti da un’azzeccatissima melodia pianistica ci introducono nel mondo del black metal secondo i Draugr. Un black metal fatto di ottimi riff ultraveloci, doppia cassa a manetta e qualche inserto ritmico thrasheggiante qua e là. Un’ottima voce strillatissima alternata ad un growling più profondo chiudono il tutto.
Una traccia come la title-track potrebbe tranquillamente essere stata composta da un gruppo con molta più esperienza ed album alle spalle per la sua ottima struttura, per l’alternanza di parti ultraveloci quasi sul confine con il grind con rallentamenti di pregevole fattura che non risultano prolissi né fanno abbassare il tono complessivo del brano. Un blackmetal da headbanging per intenderci, che su una base ritmica ad alta velocità inanella riff freddi e compressi, spezzando il ritmo con passaggi thrash.
Pur senza nessun particolare virtuosismo i cinque musicisti sanno decisamente fare il loro mestiere, per un risultato tecnicamente ineccepibile, forte di una buona produzione [ma non eccelsa, per un sound simile una produzione un po’ più potente sarebbe perfetta] e mixaggio.
Non posso che esternare tutto il mio apprezzamento per un gruppo che, al loro primo demo riesce già a sfornare un CD che, con solo un paio di tracce in più, potrebbe tranquillamente diventare un ottimo primo album, un debutto da grande band.
Forse c’è da ricercare un po’ di coesione in più, ma meglio tante idee e tracce varie tra di loro che un album in cui non sia possibile distinguere un pezzo dall’altro.
E’ ora di uscire: lettore CD e Draugr e sono apposto.