Recensione: Split 7”
Split tra 2 realtà europee piuttosto convincenti; se da una parte abbiamo gli onnipresenti Agathocles, dall’altro troviamo una band meno nota, i Monolith, ma anch’essa piuttosto prolifica in quanto a produzioni, e proveniente dall’Austria. Peccato che per questi ultimi la produzione non giochi a favore, perchè alcuni pezzi mi sembrano abbastanza discreti sia dal punto di vista compositivo che esecutivo (si tenga conto del fatto che sono stati registrati tutti dal vivo…). Si tratta di un grindcore molto intenso e tirato, con una buona alternanza di tempi, che viene penalizzato però da un cantato pessimo e da una parte centrale del lavoro del tutto anonima e trascurabile. Peccato davvero perchè quando i Monolith impugnano sul serio gli strumenti dimostrano di saperci fare. Questo intermezzo (che a dir la verità occupa la maggior parte del lavoro) è un lungo stacco rumoristico senza nè capo nè coda, che ha avuto solo la funzione di far calare drasticamente ogni giudizio su di loro.
Ennesima gran prova invece per la band belga, incapace a quanto pare di deluderci. Solo due pezzi, due concentrati puri di energia. Il primo, un susseguirsi di volate grind e killer-breaks molto molto crusty… Il secondo decisamente più in classico Agathocles-style, quello che loro amano definire mince-core. Azzeccatissimo in entrambi i casi è il doppio uso delle vocals; se proprio dovessi catalogare questi due pezzi direi che appartengono alle produzioni più pulite della band. Insomma, niente marciume alla Theatric Simbolisation Of Life. Ovviamente testi politicizzati per completare l’opera.
Mi spiace dirlo ma i Monolith sono l’ennesima band a dover ringraziare eternamente gli Agathocles: senza di loro il valore di questo 7″ sarebbe molto più basso. Se proprio impazzite dal desiderio di sentire qualcosa della band austriaca, il mio caldo consiglio è di dedicarvi a qualche altro lavoro, come il mini “Ego Through Fashion”. Ma io so già che nessun fan dei padri del mince-core si lascerebbe sfuggire questo lavoro all’occasione… e non cercherò certo di dissuadervi! Massimo rispetto a chi da anni tiene alta la bandiera dell’underground!!!
Matteo Bovio