Recensione: Spomenik
La Jugoslavia, tra i paesi comunisti, è stato quello che ha goduto delle maggiori libertà, inclusa quella di espressione. Ciò ha fatto sì che in diversi ambiti della musica rock e pop, molti artisti provenienti dalle terre balcaniche non avessero nulla da invidiare a quelli più “blasonati” residenti nei paesi occidentali. L’hard rock e l’heavy metal non fanno eccezione e gli sloveni Metalsteel festeggiano i vent’anni che li separa dal loro album di debutto tributando una serie di band storiche per loro decisamente influenti.
L’onore di aprire le metalliche danze va a ‘Uniformiranci’ dei Pomaranča, nota band slovena dedita ad un roccioso sound di derivazione NWOBHM. Si prosegue con le suggestioni power metal di ‘Na Noge!’ di Janez Bončina, il cui riff introduttivo ricorda incredibilmente ‘Two Minutes To Midnight’ degli Iron Maiden, uscita quattro anni prima del brano degli sloveni. Certo lo stesso brano dei Maiden ricorda però ‘Midnight Chaser’ dei White Spirit, uscito nel 1980! Da Postumia, città delle celeberrime grotte, arrivavano invece i Mary Rose, tributati dai Metalsteel con la loro versione di ‘Action’: qui il tasso di grinta si innalza paurosamente tra ritmi tribali di batteria, assoli di twin guitars e un ritornello killer degno dei migliori Dokken. L’omaggio ai Šank Rock, ‘Manijak’, reca un’introduzione piuttosto tecnica (soprattutto di basso) che sfocia infine in un elaborato hard rock dai riff potenti e “groovy”. I Divji Kojoti sono una sorta di eccezione in questo excursus, dato che si tratta di una band che ha realizzato la coinvolgente ‘Prepozno Je’ nel 1999 (dunque a Jugoslavia defunta), proprio l’anno in cui si sono formati i Metalsteel che, forse per questo, con questa reinterpretazione danno il meglio di sé. Lo stesso vale per i Requiem e la loro epica ‘Krizarji’, datata 1995. Si torna ai tempi della federazione voluta da Tito con ‘Road Warriors’ dei Sarcasm, decisamente influenzata da certo power/thrash a stelle e strisce. L’ultima band che ci fanno conoscere i Metalsteel sono i M.A.S.H., autori di ‘Moram Naprej’, gemma di puro heavy metal che fa della melodia la sua grande forza. La conclusione spetta alla title-track, l’inedita ‘Spomenik’ (non a caso traducibile con “monumento”) dei Metalsteel: il mausoleo issato dal quintetto in onore dei loro ispiratori non deluderà di certo né i musicisti tributati, né il pubblico di ieri ed oggi che, tra nostalgia e voglia di scoprire qualcosa di nuovo, troverà nei cinque ragazzi sloveni dei validi alfieri del verbo metallico.
Bravi, Metalsteel, siete riusciti ad onorare le vostre radici mantenendo intatto il vostro sound e diffondendo allo stesso tempo la vostra musica insieme a quella che ha formato voi e le generazioni precedenti in un luogo che non mancherà mai di riservare interessantissime sorprese!