Recensione: St. Diemen Riots

Di Stefano Ricetti - 8 Ottobre 2024 - 11:00
St. Diemen Riots
Etichetta: Jawbreaker Records
Genere: Heavy  Speed 
Anno: 2024
Nazione:
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72

Quattro baffoni d’altri tempi – un paio di loro paiono essere stati decongelati ed estratti direttamente dagli anni Settanta – cartuccere a profusione e sguardi truci, questo sono i Mechanic Tyrants che si affacciano sul mercato in occasione del loro primo full lenght, intitolato St. Diemen Riots. Le cronache riportano, precedentemente, un Ep e un paio di singoli anticipatori del debutto, che vede la luce per l’etichetta svedese Jawbreaker Records.

Oltre a questa versione in cd, oggetto della recensione, il lavoro è disponibile sia in vinile che in musicassetta. Ad accompagnarlo, nel caso del dischetto ottico, un libretto di sedici pagine con tutti i testi, lo slogan Speed Metal Guerrilla ben in vista a metà delle grafiche a mo’ di finto adesivo e le varie foto dei quattro componenti che rispondono ai nomi di Florian Fait (chitarra, voce), Danny Keck (basso), Orlando Mack (batteria) e Jakob Struve (chitarra).

Il complesso prende forma nel 2021 in quel di Nuremberg, in Germania, inizialmente come progetto solista di Fait. Poi la cosa si allarga sino a ricomprendere anche gli altri tre pard. St. Diemen Riots si compone di dieci pezzi per tre quarti d’ora di durata, come ai bei tempi.

Tower 42”, il primo pezzo del lotto, sgombera il campo da qualsivoglia dubbio: quello dei Mechanic Tyrants è Speed puro, nella scia dei maestri Exciter e Razor ma che richiama a tratti anche i primissimi Metallica e Megadeth nelle canzoni a seguire. Poi ovviamente i tedeschi ci mettono del loro: la voce del pur volenteroso Florian Fait non possiede né l’acidità né le qualità penetrative delle ugole di Dan Beehler e Stace “Sheepdog” McLaren. Ma trattasi di questioni legate al Dna, in questo caso, quindi non è colpa di nessuno.

Il credo dei bavaresi è comunque totale: la mattanza si perpetua sulle note della successiva “Murder at the Barricades” e la title track è metallicissima nella sua genuinità. A spezzare un po’ i ritmi vi è poi la strumentale “Madrugada” seguita “Ruins of the Past”, con quest’ultima condita da un coro molto accattivante costruito su tre livelli, che farà sfracelli dal vivo. Un pezzo che si intitola “Speed Metal Guerilla” non abbisogna di ulteriori approfondimenti per motivi evidenti, “Sons of Evil” è metallone à la Saxon e “Above the Law” passa senza impressionare così come la successiva “Bad Seed”. Chiusura sulle note di “Mechanical Tyrants” all’insegna della pesantezza – all’inizio del brano – e dello speed verace passato un minuto circa. Un degno finale per i quattro di Nuremberg.

St. Diemen Riots: un disco di semplice, onesto e sincero heavy speed che non cerca scorciatoia alcuna.

Vista la sovrabbondanza di uscite in ambito classic HM degli ultimi tempi incappare in una di queste particolarmente spontanea e senza sovrastrutture non può che far piacere.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

 

 

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