Recensione: Stampede
Damageplan, SuperJoint Ritual, Down, Rebel Meets Rebel e, per ora ultimi in ordine di tempo, gli Hellyeah: un nutritissimo esercito di ormai main band e progetti paralleli che hanno preso le mosse nel corso degli anni a partire da quello che era il nucleo vitale e compositivo dei Pantera, nientemeno che Philip Anselmo e i leggendari fratelli Abbott, Vinnie Paul e il compianto Dimebag.
Il denominatore comune di tutti i lavori dati alla luce dai gruppi precedentemente citati, oltre alla comune attitudine a comporre musica pesante ed “estrema” , è sempre stata la sostanziale adesione, formale e contenutistica ai canoni di un certo modo di vivere e concepire la musica tipico delle band southern e, in certa misura, sludge americane e gli Hellyeah, in questo senso, non fanno eccezione.
I compagni d’arme coinvolti in quest’avventura da Vinnie Paul rispondono al nome di Chad Gray e Greg Tribbett, rispettivamente voce e chitarra dei solidissimi Mudvayne, Bob Zilla, già al basso negli sfortunati Damageplan, e subentrato a Jerry Montano, e Tom Maxwell dei Nothingface alla seconda chitarra. Un vero e proprio esercito di superstar che vanno ad allungare ulteriormente la già nutrita lista di collaborazioni illustri che hanno caratterizzato i vari side project degli ex Pantera, da Pepper Keenan (Corrosion Of Conformity) a Kirk Windstein (Crowbar), passando per David Allan Coe ed Hank Williams III.
Come è facilmente desumibile, la pietanza proposta da musicisti con un simile background, non è di certo roba per palati troppo fini: si tratta di musica più di stomaco che di cervello, brutale ed efficace, in grado di unire un attitudine fondamentalmente hard rock a sonorità tipiche del groove metal, dello sludge e del post thrash, nella quale tuttavia ciò che stupisce favorevolmente è ritrovare in più di un occasione, sotto ad una cortina di (spettacolari) growl vocals e di riff di evidente discendenza Pantera meets Mudvayne, lo spirito dell’America contadina e redneck decantata 30 anni or sono da un intera generazione di southern rockers capeggiata dai vari Lynyrd Skynyrd, Allman Brothers e ZZ Top.
Difficile non riconoscere i valori dell’America più conservatrice e “rassicurante” nei versi della trascinante “Hell Of A Time”, certamente uno degli episodi meglio riusciti dell’intero album, una sorta di inno alla vita, contagiosamente positivo e spaccone e, di nuovo, impossibile, non leggere un sentito omaggio a due capolavori senza tempo come “Free Bird” e “Simple Man” tra le note e gli struggenti versi di “Better Man”, splendidamente interpretata da un Chad Gray del tutto a proprio agio tanto con growl e scream quanto con clean vocals insospettabilmente delicate.
A questo genere di brani “ibridi” costruiti amalgamando furia vocale e strumentale ad un alone di malinconia di fondo, si contrappongono altri pezzi più diretti, in your face, come dicono da quelle parti, dei veri e propri assalti all’arma bianca, sparati a grande velocità e a tutto volume, semplici, divertenti ed efficaci, come la programmatica “Cowboy Way”, la successiva e altrettanto tosta “Debt That All Men Pay” e ancora le brutali “Stampede” e “Pole Rider”.
“It’s On!” è una delle tracce che per riffing e impostazione si rifanno maggiormente ai Pantera dei tempi d’oro, per quanto priva di quel quid in più in fase solista che solo fuoriclasse del calibro di Dimebag Darrell possono apportare. “Cold As A Stone” si configura al contrario come uno dei pezzi in cui si manifesta in maniera più evidente l’influenza dei Mudvayne, tuttavia è con “Stand Or Walk Away” che si ritorna sui più alti livelli qualitativi finora toccati, grazie ad un ottima partitura in grado di fondere nuovamente in un riuscitissimo tutt’uno, aggressività (sonora) e introspezione (lirica e “atmosferica”).
Chiudono le danze “Alive And Well”, un po’ anonima nella sua fin troppo scarna e marcata semplicità, e “Order The Sun”, un groove metal energico e pompato a dovere inaugurato da una variazione sul tema del celebre riff di “Walk”.
Un album come questo non inventa praticamente nulla, ha qualche passaggio un po’ di maniera, ma dimostra in più di un’occasione di possedere una qualità che non si trova così facilmente ad ogni angolo della strada e che lo rende estremamente piacevole ed ascoltabile. Ha cuore e voglia di divertirsi e divertire, di godersi la vita fino in fondo, in barba alle avversità e rimanendo sempre al fianco delle persone che contano per davvero.
“I got my girl, got my family
got my booze, that’s all I need
for a hell of a time!”
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Line Up:
Chad Gray – Voce
Greg Tribbett – Chitarra
Tom Maxwell – Chitarra
Bob Zilla – Basso
Vinnie Paul Abbot – Batteria
Tracklist:
01 Cowboy Way
02 The Debt That All Men Pay
03 Hell Of A Time
04 Stampede
05 Better Man
06 It’s On
07 Pole Rider
08 Cold As A Stone
09 Stand Or Walk Away
10 Alive And Well
11 Order The Sun