Recensione: Star Fleet Project
Il progetto Star Fleet nacque nel 1983, per mano del famoso chitarrista dei Queen Brian May. L’idea fu partorita dopo che May vide una puntata del telefilm per ragazzi Star Fleet, molto seguito dal figlio Jimmy, da cui prese spunto per stendere una versione rock della sigla.
Nella sua realizzazione, furono coinvolti il guitar hero Eddie Van Halen, il pianista Fred Mandell (Elton John), il batterista Alan Gratzer (REO Speedwagon) e il bassista Philip Chen (Rod Stewart, Jeff Beck).
Dalla jam session di questo supergruppo, durata due giorni, uscì questo Ep “Star Fleet Project”, composto da soli tre brani ma meritevole di essere apprezzato da ogni amante dell’hard rock.
Particolare di rilievo, tutti i pezzi sono di durata superiore ai 7 minuti.
La partenza è riservata alla title-track “Star Fleet”, aperta da un’intro geniale di Eddie Van Halen, per poi svilupparsi in un’orecchiabile e gradevolissima canzone, caratterizzata dal suono particolarissimo della chitarra Red Special di Brian May (come sempre d’altronde). Non mancano certo i momenti più duri, come i guitar solo al terzo e al sesto minuto, o il finale, ma la traccia può facilmente essere classificata come hard rock melodico (alcuni riff sono illuminanti). Otto minuti che si lasciano ascoltare regalando piacevoli sensazioni, in cui May offre una buona prova anche come cantante.
Da segnalare la presenza di Roger Taylor, batterista dei Queen, alle backing vocals.
A seguire, ecco il blues cadenzato di “Let Me Out”. Fantastici i solo eseguiti dai due chitarristi, un’esplosione di potenza che mescola tecnica e virtuosismo ad una passione ardente: corde mosse dal cuore. Durante il primo assolo di May, la canzone ricorda i Queen degli anni ’70, caratterizzando al meglio un altro ottimo brano partorito dalla mente geniale del chitarrista.
Due pezzi di elevato livello sinora, ma è il finale a riservare il momento migliore dell’EP, con la traccia che vale l’acquisto di Star Fleet Project: la strumentale “Blues Breakers (Dedicated to Eric Clapton)”.
Dodici minuti bluesy, influenzati dall’heavy metal, aggressivo, tagliente e distorto.
La canzone, nata da una selvaggia jam session, comprende un assolo ininterrotto di 6 minuti eseguito da May e Van Halen, su una base blues, appunto, in cui viene messa in risalto tutta l’abilità tecnica e virtuosistica dei due guitar hero, con menzione particolare per le immancabili parti di tapping di Eddie.
Incredibili inoltre, le parti di pianoforte di Mandell, capace di ricreare l’atmosfera tipica degli anni d’oro del blues, gli anni ’50 di Elvis e Chuck Berry.
A chiudere, alcuni spunti più veloci, caratterizzati da un buon intervento alla chitarra di May.
In definitiva, un lavoro di gran classe, suonato e prodotto molto bene. Riproposto in parte qualche anno più tardi, come b-side del singolo di “Back To The Light” ed in versione completa, nel mini album giapponese “Resurrection” nel corso del 1993, “Star Fleet” è da sempre oggetto di collezionismo dalla difficile reperibilità, aspetto questo, che non ne ha certo aiutato la diffusione, contribuendo a renderlo un EP confinato nel “mito” ed immeritatamente ignorato dai più.
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Tracklist:
01. Star Fleet
02. Let Me Out
03. Blues Breakers (Dedicated to Eric Clapton)
Line-up:
Brian May – Lead Guitars, Lead Vocals
Eddie Van Halen – Lead Guitars, Backing Vocals
Fred Mandell – Keyboards
Alan Gratzer – Drums
Philip Chen – Bass Guitars
Roger Taylor – Backing Vocals on “Star Fleet”