Recensione: Starve For The Devil
Una grande passione può aiutare a salvare la vita.
È quello che è successo a James Malone, chitarra e voce degli statunitensi Arsis. Ricaduto nel 2008 nell’incubo dell’anoressia, il singer si è via via ripreso così da riportare il suo amato gruppo in sala d’incisione, da cui ne è uscito con il quarto album: “Starve For The Devil”.
Come si era già potuto constatare con “We Are The Nightmare”, il precedente lavoro, la tipicità degli Arsis risiede nel loro stile. Death classico, e sottolineo “classico”, con una spiccata componente melodica che però nulla ha a che fare con quella resa celebre in tutto il Mondo dagli In Flames e connazionali vari. La struttura delle canzoni è infatti ben lungi dall’essere il solo e solito alternarsi di strofe in doppia cassa e ritornelli accattivanti. Al contrario, emerge una solida e consistente base tecnica deputata sia alla padronanza degli strumenti che alla costruzione dei brani.
Questa sorta di technical melodic death, in più, viene pesantemente arricchito con metalli diversi: thrash ma soprattutto heavy ne costituiscono difatti una buona parte, distribuita in abbondanti filoni. Col risultato che il groove riesce ad essere contemporaneamente classico e moderno. Classico, perché i richiami al genere padre, l’heavy, sono ovunque; moderno, perché la struttura dei brani è in linea con le forme attuali concepite dagli act che della maestria fanno il proprio marchio di fabbrica.
Come spesso accade, la produzione è il momento decisivo del procedimento costruttivo di un full-length e “Starve For The Devil” non sfugge a questa regola. L’impatto finale è abbastanza duro come si esige dal genere ed il sound non s’infila in un inestricabile ginepraio. Perfettamente riconoscibili infatti le partiture – niente affatto elementari anzi intricate come poche – delle chitarre di Malone e di Nick Cordle così come le spesse linee di basso tratteggiate da Nathaniel Carter ed il drumming vario di Mike Van Dyne.
Il disco suona piacevolmente “caldo”, nel senso che il suono avvolge i nostri padiglioni auricolari senza mai essere aggressivo e troppo sbilanciato verso tonalità acute.
“Fredde”, appunto.
Anche lo scream di Malone è in linea con la filosofia appena descritta, mescolando in giuste dosi modulazione ed isteria.
Metaforicamente parlando, gli Arsis sono come una donna fine e carina che non ha bisogno di maquillage per essere tale!
Entrando nello specifico, “Forced to Rock” apre le danze riassumendo perfettamente quanto scritto più sopra, anzi rincarando la dose: polpose porzioni di puro heavy, vitaminizzato da tutte le componenti di base del death, condite con un riffing che senza troppa fatica rimanda alle costruzioni ritmiche di certo thrash della fine degli anni ’80. Che, non a caso, coincide con periodo storico cui è stato concepito l’embrione che poi prenderà lo stesso nome del gruppo-padre: i Death.
Le danze proseguono: “A March for the Sick”, massiccia nel rifferama e vertiginosa nei soli di chitarra; “From Soulless to Shattered (Art in Dying)”, tecnica e melodica. Poi “Beyond Forlorn”, anche delicata negli arpeggi a sei corde ed old-style nel refrain. Più cattiveria in “The Ten of Swords”, quindi lo stupendo e raffinato motivo portante di “Closer to Cold”. Dissonanze a catena ed ostiche scale musicali in “Sick Perfection” e similmente in “Half Past Corpse O’Clock”. La coppia “Escape Artist” e “Sable Rising”, per finire, non sposta di un millimetro la sostanza del CD.
Per assimilare in modo idoneo “Starve For The Devil” non bisogna cadere nell’errore di ascoltarlo superficialmente e/o distrattamente: la buona qualità del lavoro emerge poco alla volta, passaggio dopo passaggio.
La complessità dei brani è ben bilanciata dall’abbondante dose di melodia. Sfortunatamente manca un po’ di “tiro” che, se non ci si concentra sull’aspetto più sanguinolento della questione, può considerarsi sufficiente allo scopo. Ma non di più.
Con che, dato che il genere non è “per signorine”, la valutazione finale si abbassa sensibilmente.
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Track-list:
1. Forced to Rock 2:56
2. A March for the Sick 4:23
3. From Soulless to Shattered (Art in Dying) 4:27
4. Beyond Forlorn 4:01
5. The Ten of Swords 3:44
6. Closer to Cold 5:08
7. Sick Perfection 3:55
8. Half Past Corpse O’Clock 4:12
9. Escape Artist 4:22
10. Sable Rising 3:36
Line-up:
James Malone – Guitar, Vocals
Mike Van Dyne – Drums
Nick Cordle – Guitar
Nathaniel Carter – Bass