Recensione: State of Mind
Che mazzata poderosa! Il secondo disco degli statunitensi Rival è semplicemente un concentrato di energia metal e di potenza allo stato puro, un disco che gli amanti del metal classico non possono perdere, senza dubbio una delle migliori uscite di questo 2004.
Li avevamo lasciati con l’ottimo “Modern world” che aveva largamente dimostrato la loro caratura sonora, i Rival si conquistarono la fama di band simbolo della rinascita del metal americano e sicuramente questo nuovo “State of mind” non potrà che aumentare ed allargare i consensi intorno alla band. Per fortuna qualcuno si è accorto di loro e finalmente la band ha raggiunto un deal di prestigio con la gloriosa Metal Blade, un nome storico della scena americana che garantirà senza dubbio largo appoggio e supporto a questi quattro ragazzi. La musica dei Rival non è difficile da descrivere, si tratta di metal crudo e integerrimo, suonato veloce e incazzato come si faceva negli anni d’oro di questo genere. Una travolgente carica sonora vi colpirà dal primo all’ultimo passaggio di “State of mind”, nel nuovo disco non ci sono rallentamenti, concessioni o spazi per respirare. I Rival colpiscono duro, a testa bassa, e mirano a cancellare qualsiasi tipo di dubbio in merito alla bontà indiscutibile della loro attitudine. Già protagonisti di ottimi live gigs in giro per il vecchio mondo i nostri Rival sembrano aver puntato maggiormente sull’appeal live dei loro pezzi proponendo composizioni snelle e compatte mirate a ditruggere il pubblico sotto il palco al primo ascolto. Le linee vocali prorompenti vengono interpretate con una cattiveria inarrestabile, i Rival se ne sbattono altamente del power metal e dei suoi cantanti angelici, al contrario hanno una carica e una potenza naturale da scaraventare in faccia ai loro supporter riuscendo ad apparire personali e convincenti.
Un pugno in faccia viene immediatamente sferrato dalla title track, un brano buio e dinamico dove le chitarre telluriche unite a un refrain vocale da annali del metal mettono subito in chiaro quanto i Rival sappiano suonare bene, e quanto abbiano le idee chiare. Sulla stessa identica falsa riga arriva “Extreme aggression” un pezzo da head banging selvaggio, nuovamente la sezione ritmica sconquassante devasta completamente l’ascoltatore senza lasciargli tregua. Metal, metal e ancora metal nelle successive “Reach” e “Insane” dove i Rival puntano su strutture semplici ed efficaci, si percepiscono ancora atmosfere oscure e malvagie che non deluderanno i cultori del metal americano. Stellare “Tyrants” ripresenta una interpretazione vocale perfetta, rabbiosa nelle strofe e trascinante nei ritornelli il risultato è travolgente fin dal primo passaggio. Le ritmiche roboanti di “Brink” si alternano a parti chitarristiche taglienti come rasoi sotto i colpi di una sezione ritmica incessante. Una vera pallottola impazzita “Remember you” assomiglia a pezzi quadrati del calibro di “Blood stain” del sottovalutato “Jugulator” dei Judas Priest. Frontale e crescente “Lord of the knights” è certamente una delle canzoni più live oriented del disco, qui si percepiscono echi degli Iced Earth del primo disco omonimo, ma i Rival non vivono certo di luce riflessa. La conclusiva “Hell train” è una gemma di heavy metal classico suonato a velocità sostenuta, un brano infuocato e rabbioso che conclude il disco in maniera magistrale.
Ragazzi che bomba! Scaraventatevi in un qualsiasi buco di negozio e mettete le mani sul nuovo disco dei Rival, c’è da restarci secchi. I Rival sono la dimostrazione vivente che si può suonare heavy metal senza compromessi e spaccare completamente qualsiasi catalogazione, preconcetto e limite artistico. Immensi Rival.
1. State of Mind
2. Extreme Aggression
3. Reach
4. Insane
5. Tyrant
6. Brink
7. Remember You
8. Lord of the Knight
9. Hell Train