Recensione: State of Triumph – Chapter two
Line up:
Henning Basse – Voce
Jack Frost – Chitarra
Matthias Lange – Chitarra
Lars Ratz – Basso
Mark Cross – Batteria
Nati come una side project band, tornano sul mercato i power metallers tedeschi Metalium con un nuovo concept che comincia là dove il precedente primo “Millennium Metal-chapter one” era terminato: Il metal fan trasportato in un nuovo mondo è finalmente diventato un Metalian, ossia un guerriero del metal ed è pronto a dimostrare di essere il prescelto.
Da qui la copertina che “ruba” ai Manowar il loro leggendario Guerriero senza volto, facendogli indossare una pesante armatura.
Al di là del curioso concept, si sono verificati importanti cambi di line up che hanno portato ad una evoluzione del songwriting che fanno sì che State of Triumph-chapter two sia superiore al precedente lavoro.
L’uscita di Chris Caffery, poiché impegnato con la sua band madre ossia i veterani e più quotati Savatage con il conseguente ingresso del talentuoso Jack Frost ha fatto sì che il suono di chitarra fosse più incisivo ed adatto allo stile della band, mentre l’innesto del sorprendente Mark Cross (al posto dell’esperto Mike Terrana) ha reso la sezione ritmica devastante. Per l’occasione i Metalium hanno convocato la singer Jutta Weinhold (Zed Yago e Velvet Viper) per partecipare ai cori ed il tastierista Paul Morris (ex Rainbow) che ha contribuito a dare più freschezza ed epicità alle canzoni.
Migliorata anche la produzione curata dall’attuale leader della band Lars Ratz (ex Velvet Viper), che ben mette in risalto la tecnica di tutti i musicisti.
L’album si apre con Elements il consueto intro musico-narrativo che ci proietta nella dimensione del nuovo mondo parallelo per poi trasformarsi in power speed songs nel classico stile tedesco: i Metalium mettono subito le cose in chiaro, batteria devastante (che sempre più spesso ha il compito di introdurre le canzoni) e chitarre veloci a disegnare melodie aggressive e la voce dell’incredibile Henning Basse (ex Brainstorm) che da sfoggio della sua incredibile estensione vocale (a mio giudizio attualmente l’unico che riesca ad avvicinarsi al mitico Kiske).
I Metalium del 2000 suonano molto più veloci del passato ed in questo contesto Steel Avenger e Years of Darion risultano le migliori in assoluto, mentre la canonica ed immediata Eye of the Storm promette sfaceli dal vivo.
L’influenza degli Helloween dei 2 Keepers si fa sentire, ma emerge anche la rabbia dei primi Rage, mentre la successiva Break Out deve molto ai connazionali Gamma Ray, con qualche spruzzo di una timida tastiera qua e la.
C’è spazio anche per una nuova coppia di “mazzate” quali Erania e soprattutto Stygian Flames dove il power quasi si trasforma in thrash per la velocità e pesantezza della batteria, ma ci pensa l’ugola d’oro di Basse a trattenere il tutto nel power made in Germany.
Gli unici episodi lenti sono dati dalle due epic power ballads (solo a livello sonoro, poiché i testi seguono sempre gli avvenimenti epici del tortuoso cammino del protagonista metalian): Prophecy e la conclusiva State of Triumph dove la splendida voce di Basse dimostra di sapersi muovere anche su tonalità basse accompagnate da un piano per poi lanciarsi in acuti da brivido accompagnati dalle chitarre.
L’album sarebbe terminato così, se i Metalium non avessero deciso di stupirci inserendo la cover di Music di John Miles, che per l’occasione viene ridipinta di metallo lasciando però inalterata la magia di quella canzone … prendiamola così, come un bonus track poiché nulla centra con l’intero album.
I Metalium sono questi, una band non originale e che segue il manuale del perfetto power speed metal, ma ciò che fanno lo fanno bene ed a mio giudizio, che non cerco l’originalità, State of Triumph è uno di quegli album che fa venir voglia di alzare il volume: questa è la caratteristica che cerco in un album power ed i Metalium ci sono riusciti appieno!
Track list
Elements
Steel Avenger
Years of Darion
Break Out
Erania
Stygian Flames
Prophecy
Eye Of The Storm
Inner Sight
State of Triumph
Music