Recensione: Staying a Life

Di Abbadon - 12 Maggio 2004 - 0:00
Staying a Life
Band: Accept
Etichetta:
Genere:
Anno: 1990
Nazione:
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95

Ultimo lavoro ad essere pubblicato prima del primo, clamoroso, scioglimento degli Accept, avutosi nei primissimi anni 90, “Staying a Life” è la prima produzione dal vivo (escluso il piccolo EP Kaizoku Ban, di 5 anni prima) del combo teutonico, dopo anni ed anni passati ad incantare i fans con dischi fatti in studio. Questo live di portata assoluta esce piuttosto postumo alle date di registrazione; Se infatti l’uscita sui botteghini reca in calce l’anno 1990, le registrazioni vennero effettuate 5 anni prima, nel 1985 (e quindi con ancora Udo al microfono), durante il tour giapponese (terra come sempre invasata del rock e calda come forse nessuna nei confronti delle band della nostra musica preferita, non a caso gran parte dei migliori live della storia è stata registrata nel Sol Levante) di supporto a Metal Heart. Più precisamente viene registrato lo show tenutosi ad Osaka, show che come sentiremo è stato qualcosa di unico. Musicalmente parlando, questo doppio live (vi sono anche versioni con un solo Cd e con qualche traccia in meno, questa recensione commenta la miglior versione, oggettivamente parlando, del prodotto) è a dir poco eccezionale, una vera e propria raccolta ampliata ed amplificata all’ennesima potenza. Vengono riproposti, molto spesso in nuove ed eccitanti versioni, tutti i massimi classici dell’era fino a Metal Heart (incluso), in particolare vengono usati ed abusati i pezzi dello stesso Metal Heart (ovvio, era il tour di promozione al disco), di Balls to the Wall, Restless and Wild e Breaker. Tutte le tracce (ben 19) vengono dotate di qualcosa di nuovo ed assumono un carisma nettamente superiore rispetto alla versione studio (anche se a volte con potenza sonora inferiore). I membri della band sono a dir poco in stato di grazia e sfornano assoli, riffs, melodie e sfuriate degne dei massimi voti che si possano dare (sentire Kaufmann alla batteria, tanto per fare un nome, è davvero incredibile). Perfino la voce di Udo è spaventosa (per quanto non apprezzata da tutti), capace di passare dal gracchiante a toni da vera e propria sirena nel giro di un amen, cosa che stroncherebbe gran parte degli altri vocalist, il tutto senza apparente sforzo (può magari starci qualche aiuto esterno perchè mi sembra sospetto che Dirkschneider possa resistere così tanto senza perdere mai nemmeno il minimo colpo, ma questo onestamente lo ignoro e quindi me ne tolgo). Difficile scegliere una traccia migliore, perché oltre che ad essere miscelate con un gran numero di extra, extra che comprendono discorsi, assoli, introduzioni e finali, sono tutte bellissime. Di conseguenza posso solo dire che mi hanno letteralmente folgorato (le cito in ordine di tracklist) le esecuzioni di “Metal Heart” (quasi uguale eppure con diversi impreziosimenti, che song gente….), di “Breaker” (questa forse la più grande di tutte, dieci, cento, mille volte meglio della già bella studio version), di “Screaming for a Love Bite” e “Living for Tonight” (che carica che hanno, fanno letteralmente saltare), della magistrale ed affascinante “Princess of the Dawn”. Poi si passa al secondo disco e arriva l’assolo di un pirotecnico Wolf Hoffmann, arriva la terremotante “Flash Rockin’ Man”, per non parlare di “Fast as a Shark” (col suo esagerato assolo accompagnato dalle urla di una folla scatenata), della monolitica versione  (oltre 10 minuti) di Balls to the Wall e della chiusura, affidata a “Bound to Fail”. Insomma, una festa per le orecchie di ogni metallaro che si rispetti. Ma tutto ciò non basta, perché una grande esecuzione non sempre corrisponde ad un grande live, che potrebbe anche risultare freddo. Beh qui di freddo non c’è nulla, se non il materiale con cui è fatto il cd. La folla è letteralmente inferocita (come tutti i metallers sanno, i giapponesi hanno sempre amato alla follia Udo e la sua cricca) e si infervora ancora di più durante le parti musicali inedite (leggasi improvvisazioni) e durante le interazioni con la band stessa (piuttosto frequenti, sentite e goduriose da ascoltare nonostante l’assenza del suonato). La somma di tutti questi fattori  forma, in soldoni, un live che è da comprare a scatola chiusa da chiunque si osi professare metallaro, un live che si pone di diritto come uno dei migliori della storia dell’heavy metal, forse addirittura come il più grande di sempre. Un grazie di cuore agli Accept per avercene fatto dono, grazie.

 

Riccardo “Abbadon” Mezzera

 

     Tracklist Cd 1 :

      1) Metal Heart
2) Breaker
3) Screaming for a Love Bite
4) Up to the Limit
5) Living for Tonight
6) Princess of the Dawn
7) Neon Nights
8) Burning

Tracklist Cd 2 :
9) Head over Heels
10) Guitar Solo Wolf
11) Restless and Wild
12) Son of a Bitch
13) London Leatherboys
14) Love Child
15) Flash Rockin’ Man
16) Dogs on Leads
17) Fast as a Shark
18) Balls to the Wall
19) Outro (Bound to Fail)

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