Recensione: Steel On Steel

Di Stefano Ricetti - 14 Febbraio 2024 - 9:40
Steel On Steel
Band: Avenger
Genere: Heavy 
Anno: 2024
Nazione:
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70

La magia della Nwobhm risiede non solo nel merito di aver dato i natali ai fab four – Saxon, Iron Maiden, Venom, Def Leppard – ma forse e soprattutto, fatto leva su quel substrato che ha poi letteralmente invaso l’intero Regno Unito sotto i colpi di miriadi di band, più o meno famose e più o meno accreditate che però hanno contribuito a scriverne la storia, quella con la “S” maiuscola, che poi è divenuta autentica leggenda.

Fra quelle tantissime compagini vi erano anche gli Avenger, da Newcastle e dintorni, nati nel 1982 per volere di Mick Moore (basso), Brian Ross (voce) – sì, quello che poi sarebbe diventato il carismatico cantante sia dei Satan che dei Blitzkrieg – e Gary Young (batteria), a seguito dello scioglimento degli stessi Blitzkrieg, la loro band precedente. Il sodalizio portò alla pubblicazione di un demo, uno split in compagnia di Hellanbach, Black Rose e Alien ma soprattutto del 45 giri Too Wild To Tame, uscito per Neat Records, ricordato per essere l’ultimo vagito in casa Avenger con Ross alla voce, che poco dopo si unirà ai Satan. Alla chitarra si alterneranno Steve Bird e John Brownless.

La traiettoria degli Avenger durò poco meno di una manciata di anni, durante i quali uscirono due album ufficiali, Blood Sports nel 1984 seguito l’anno successivo da Killer Elite. Il seguente tour europeo e quello americano poco dopo evidentemente non bastarono per mantenere in vita il gruppo che nel 1986 chiuse baracca e burattini, per poi riformarsi a metà degli anni duemila, senza suscitare particolare clamore. Si segnala l’uscita dell’onesto e solido The Slaughter Never Stops nel 2014 poi solamente una serie di concerti prevalentemente per nostalgici.

Va da sé che il meglio dei “Vendicatori” permanga quanto pubblicato negli anni Ottanta e in soccorso viene questa raccolta pubblicata dalla sempre attenta Cherry Red Records, per il tramite della propria sussidiaria Dissonance Productions. Steel On Steel, con una copertina sullo stile degli Anvil che non lascia spazio all’immaginazione è un digipak a quattro ante che racchiude quanto di meglio abbiano scritto in carriera gli Avenger, che la leggenda vuole anche colpevoli – sebbene inconsapevoli – del cambio di moniker di quelli che sarebbero poi divenuti i Rage tedeschi di Peter “Peavy” Wagner.

Il prodotto ricomprende 3 CD per 44 canzoni in totale, suddivise fra Blood Sports e Killer Elite infarcite di bonus track più un ulteriore Cd con le tracce audio dello show dal vivo della band tenuto presso il mitico L’Amour di Brooklin, New York, il 3 marzo 1986, un inedito assoluto.

Ad accompagnare il tutto un libretto di dodici pagine contenente molte foto esclusive e la storia della band raccontata da John Tucker attraverso un’approfondita intervista al leader del gruppo in quel periodo: il bassista Mick Moore.

Steel On Steel – titolo esteso: The Complete Avenger Recordings – non fa nulla per mitigare l’immagine e la carica emotiva che suscitarono gli Avenger ai tempi: titoli delle canzoni altisonanti, un’immagine killer che sconfina nel pacchiano – il casco borchiato solo per metà riproposto in copertina su Blood Sports permane emblematico – le motoseghe Stihl, il look da Raven de noantri che si sublima nelle foto contenute all’interno del booklet. E va benissimo così, s’intende!

Musicalmente Moore & Co. non sono mai stati dei fenomeni e non regge “la scusa” dei troppi cambi di line-up. O quantomeno non basta. A loro fondamentalmente sono sempre mancate le canzoni, quelle vere, che altri invece hanno saputo scrivere e che poi hanno costituito la catapulta per ottenere la meritata visibilità, se non il successo. La proposta degli Avenger è sempre stata, forzatamente o per necessità data la mancanza di alternative, di onesto HM stampo monolitico: o tutto in blocco o niente, senza particolari highlight. Pregevolissima posizione, sia ben chiaro, figlia di coerenza e credo inossidabile, che però non paga in termini di consenso. Incredibile notare come gli inglesi, soprattutto su Killer Elite, richiamino in molteplici occasioni i nostrani Revenge di Red Crotalo, Erik Lumen e Kevin “Hell “Throat quando facevano heavy metal puro – benché i nostri fossero dotati di molta più fantasia artistica – sia a livello di metriche che di interpretazione, dal momento che l’ugola di Ian Davison Swift ricorda da molto vicino quella del sopraccitato “Hell” Throat.

Steel On Steel è il manifesto di una band compatta e 100% Nwobhm, senza picchi di sorta, nulla di più ma neanche nulla di meno. Un modo per tornare a respirare a pieni polmoni l’aria di quei magici primi anni Ottanta nel Regno Unito.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

 

 

 

 

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