Recensione: Stick To Your Guns (reissue)
Anno di grazia (musicale ovviamente) 1987. L’heavy metal di matrice statunitense qualche anno prima aveva vissuto una trasformazione artistica che aveva portato ad una rapida maurazione del proprio sound. Il riff diventa cromato, il refrain travolgente, i brani antemici ed allo stesso tempo micidiali, tirati, diretti. L’eleganza si mescola in maniera perfetta all’eroismo tipicamente US Metal. Nascono i Dokken, il Class Metal prende forma e, successivamente, vita. Da quel fatidico 1984, dall’uscita di Tooth And Nail, furono miriadi le band intente ad abbracciare questo movimento (anche le “big band” con alcuni loro lavori: Innocence Is No Excuse – Saxon, Eat The Heat – Accept, Turbo – Judas Priest, e così via).
Alcune band fecero successo, altre, ovviamente, no. Ma alcune di queste pur avendo tutte le carte in regola non ebbero dalla propria quella combinazione di fattori che contribuisce, ancor prima della bravura, al successo discografico di un gruppo. Gli Agentz furono tra questa tipologia di band. Stick To your Guns, il loro unico disco, vide la luce nel 1987 per poi eclissarsi definitivamente. Recentemente ristampato sotto forma di bootleg in un disco della collana greca Racer Records, il bassista della band, Joe Ferro, ha ben deciso di ristampare, finalmente e per la prima volta ufficialmente, questo album su cd (rimasterizzato digitalmente).
Parliamoci chiaro, Stick To You Guns è un autentico capolavoro, un disco in tutto e per tutto leggendario, un platter privo, e, ripeto, privo di riempitivi e che solo la sfortuna non ha permesso di sfondare come avrebbe meritato. Otto micidiali canzoni nelle quali l’US Metal si scontra, o meglio, si sposa, con la più impeccabile magia del Class, dando vita ad una miscela perfetta, un connubio indicibile di pirotecniche sonorità, struggenti keys, ritmi ultra cromati e riff calibrati su quelle spettacolari coordinate stilistiche che resero indimenticabili dischi come Under Lock And Keys, When The Mirror Cracks, Bon Jovi (self titled), Hawk e chi più ne ha più ne metta. Il disco è inaugurato dalla title track Stick To your Guns dove è la possenza di questa spettacolare musica a prendere piede, dominare, irrompere tra precisi refrain scanditi sapientemente dalla voce sontuosa di Dubs. Le bellissime keys di Tindall introducono quei magici affreschi AOR che prendono il titolo di Don’t Thread On Me (spettacolari refrain) e Time Will Tell (grandioso il suo eroico incedere). Tecnologico melodic Hard Rock con la successiva Take a Change of Love, epica e sofferta canzone scandita dal pulsante basso di Jose Ferro ed intenta a ripercorrere quei magici sentieri dove l’eleganza dell’US Metal si tinge prima di epico e poi di classe, in quella magica evoluzione sonora oggi solo lontanamente rivivibile. Bite The Bullet, introdotta da una strumentale introduzione, incede minacciosa, marziale, quasi epica attraverso riff schiacciasassi. Rielabora, rinfresca, personalizza e rende più incisivo, superbo, ammaliante il “dokken-riff” più ruggente. La seguente Fire In The Heart, veloce e diretta e la più meditata When The Axe Falls assestano un colpo di precisissimo US Metal mentre conclude l’opera la gloriosa possenza di Waffing In Vain, autentico viaggio tra le lande più gloriose ed eroiche di quella incredibile musica chiamata, semplicemente, Heavy Metal (with class!).
Vincenzo Ferrara.
NB.:“Stick To Your Guns”, purtroppo, non gode di distribuzione europea, almeno, non ancora. E’ facilmente reperibile su Ebay o cercando informazioni sul loro sito: www.myspace.com/agentztheband