Recensione: Stiff Upper Lip
Gli AC/DC sono una delle band per le quali nutro maggiore rispetto in quanto stanno affrontando con estrema dignità la fase calante della loro carriera. Niente proliferazione di best of (al massimo qualche DVD, comunque senza eccedere) e uscite di dischi inediti a distanza di soli 2 anni cercando quasi di negare il fatto che la loro vena creativa non sia più, come giusto che sia, quella di 20/30 anni fa. Negli anni ’90 i nostri hanno invece saggiamente rallentato la loro produzione discografica dando alla luce solo due lavori: i molto buoni The Razors Edge (1990) e Ballbreaker (1995) distanziati l’uno dall’altro da 5 lunghi anni. Nel 2000 arriva nei negozi l’ultimo album intitolato Stiff Upper Lip.
Quando si recensisce una band storica il rischio è quello di esagerare in un senso o nell’altro (capolavoro/cd orrendo) nella valutazione perdendo di vista il fatto che una delle grandi formazioni del passato può dare alla luce un cd discreto, ben fatto e comunque dignitoso. Stiff Upper Lip rientra nella categoria e mostra un rallentamento del ritmo con un sound dalle tinte blues e jazz che tuttavia non sminuiscono l’hard rock di base ormai conosciuto anche ai muri tipico dei fratelli Young. La tracklist propone 12 brani divisi in una cinquantina di minuti piacevoli nei quali spiccano oltre modo la title track, House Of Jazz, Safe In New York City e Satellite Blues. Inutile cercare di descrivere le canzoni e spendere parole perché questo non è un album che mostra particolari cambiamenti o un songwriting particolarmente ispirato come nel passato. Stiff Upper Lip inoltre non è un disco da consigliare ad un giovane che voglia approfondire la conoscenza degli austrialiani ma è rivolto solo ai fans di vecchia data che vogliono completare una discografia semplicemente imponente.
Questa volutamente scarna recensione ha il solo scopo di tappare una piccola falla nel sito e di rendere onore ad una band clamorosa che sta invecchiando con classe a differenza di molte altre. Discreto e assolutamente non indispensabile, il suddetto lavoro è degno di rispetto e in stile AC/DC. Attendiamo il prossimo capitolo.
Tracklist:
1. Stiff Upper Lip
2. Meltdown
3. House Of Jazz
4. Hold Me Back
5. Safe In New York City
6. Can’t Stand Still
7. Can’t Stop Rock’n’Roll
8. Satellite Blues
9. Damned
10. Come And Get It
11. All Screwed Up
12. Give It Up