Recensione: Stigma Diaboli
Da non confondere con l’omonimo black metal act italiano, i Darkshine provengono dal profondo sud della Francia, per la precisione dalla regione della Linguadoca. Il gruppo transalpino, fautore di un black/death metal essenziale e diretto, nasce nel 1995 ed è formato da Bruno, alla voce e alla chitarra, Jerome alla chitarra, Pierre al basso e Ghyis alla batteria.
Dopo aver pubblicato un primo demo nel 2001, dal titolo Lupus Infernorum, i Darkshine si ripropongono con il successivo Stigma Diaboli, uscito nel 2003.
Il demo ha una durata di circa ventisei minuti ed è composto da cinque pezzi. Stigma Diaboli è stato confezionato in modo professionale, con tanto di cd serigrafato, e gode nella resa sonora di una pulizia e nitidezza impeccabili per una produzione a questi livelli, frutto sicuramente del buon lavoro effettuato in studio. Del resto, la buona produzione esalta la capacità tecnica dei quattro musicisti, dimostrando ancora una volta e in questo caso particolare, a livello underground, che per buttare fuori un dischetto ottico che suoni black metal non è necessario rinchiudersi a registrare nella soffitta della nonna.
Stigma Diaboli si muove principalmente attraverso quattro episodi, escludendo la breve e luciferina intro We Invoke…, il cui tema portante è l’anticlericalismo e il rifiuto delle istituzioni cristiane in generale. Sanguis Christi colpisce con il suo alternarsi tra momenti veloci e midtempo. Il drumming fulmineo e compatto, supportato dall’utilizzo del doppio pedale, imbastisce un tappetto ritmico sul quale i due chitarristi costruiscono un notevole lavoro di riffing, dal quale emerge una linea melodica malsana e malinconica, mentre il growl di Bruno si innesta perfettamente sulle linee chitarristiche del pezzo, assumendo tonalità spiccatamente death metal. Il nitrito di un cavallo imbizzarrito annuncia l’inizio del brano successivo: The Hammer of Witches. La traccia in questione presenta sicuramente una maggior dinamicità rispetto al pezzo precedente, mantenendone però intatta la struttura portante a base di stacchi e ripartenze. The Hammer of Witches è coinvolgente fin dal primo ascolto, grazie al refrain potente che viene incorniciato in un’atmosfera epica e tenebrosa, creata dai precisi e taglienti riffs delle chitarre. D’effetto il break centrale con l’arpeggio in acustica, possiede senza dubbio la capacità di non far perdere d’impatto l’intensità della canzone. Possente e compatta, …en la Cruz è black metal granitico e nero come la pece: non c’è tregua al suo assalto, fatto da blast beats devastanti e da gelidi e mortali giri di chitarra. Stigma Diaboli viene chiuso dalla strumentale e melodica Ancestral Belief, in cui i quattro transalpini dimostrano le loro qualità tecniche. Notevole si dimostra la sezione ritmica, in particolar modo il lavoro svolto da Pierre al basso.
Mi considero un estimatore della scena black metal italiana, dove credo che esistano delle ottime realtà e penso anche che, spesso e volentieri, il vecchio adagio “l’erba del vicino è sempre la più verde”, lasci il tempo che trovi. Detto questo però, considero Stigma Diaboli un lavoro degno di nota, ben suonato e ben realizzato, del quale consiglio l’ascolto a tutti gli amanti del metallo estremo. I Darkshine dovrebbero pubblicare il loro primo full-length agli inizi dell’anno prossimo e a mio parere sentiremo ancora parlare di loro.
Tracklist:
01. Intro
02. Sanguis Christi
03. The Hammer of Witches
04. …en la Cruz
05. Ancestral Belief