Recensione: Stock

Di Onirica - 29 Aprile 2003 - 0:00
Stock
Band: RPWL
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2003
Nazione:
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80

La passata esperienza come coverband dei Pink Floyd ha molto influenzato il modo di suonare di questo gruppo. Gli RPWL escono allo scoperto per la prima volta nel 2000 con God Has Failed e da quel momento il loro strano nome diventa sinonimo di musica dal sapore candido, quella frangia del rock fine anni sessanta imperniato sulle prime scoperte tecno/psichedeliche e sull’utilizzo dei primi sintetizzatori. Gentle Giant, Van Der Graaf Generator e Pink Floyd appunto, hanno maggiormente ispirato questa band a scrivere musica che non manchi di tutti quei particolari che hanno fatto grandi i gruppi appena citati. A questo proposito vi lascio immaginare l’ossesionante ricerca dei suoni che ha impegnato il gruppo nel corso di questi quattro anni di composizione ed incisione: qui dentro potrete trovare magnifiche rielaborazioni delle corde che hanno fatto impazzire il mondo per David Gilmour, i fumosi cambi di tempo di Nick Mason, l’onnipresente quanto profondo basso di Roger Waters e l’incantevole accompagnamento tastieristico di Richard Wright. Certo si tratta di un paragone un pò azzardato devo ammetterlo, ma vi assiuro che gli RPWL utilizzano suoni molto simili a quelli messi in piedi con difficoltà tanti anni fa sfruttando attrezzature ovviamente più avanzate, per il resto ci mettono la stessa irrefrenabile enfasi.

Jurgen Lang – Vocals
Karlheinz Wallner – Guitar
Phil Paul Rissettio – Drums
Andreas Wernthaler – Keyboards
Stephan Ebner – Bass
 
Fra i capitoli maggiori citerei senza dubbio la disarmante The Way It Is in seconda posizione, figlia di una manciata di accordi di chitarra e di un ritornello da brividi; un assolo di quelli mozzafiato spezzano in due la traccia mentre indispettita una tastiera dai riflessi psichedelici anima l’introduzione all’ultimo chorus. Gentle Art Of Swimming supera i dieci minuti di durata staccando di parecchio gli altri pezzi, brano forse più personale della band: un’atmosfera paradisiaca abbraccia l’ipnotico ritornello che incorona l’album squisito che ho tra le mqani. Quale miglior titolo scegliere per un altro brano rappresentativo come Sun In The Sky, in un periodo della storia umana dove tanto si è parlato di stelle e pianeti dopo lo sbarco sulla Luna. Una nuova passione scardina la musica dal pensiero individuale e libera si rivela ancora sconosciuta ad un pubblico che sicuramente accetterà di buon gusto questa emozionante release del 2003.

Questa scarna descrizione degli episodi principali per andare a colpire con efficacia il cuore del disco, il lato oscuro di un cuore che batte timido dietro ai pochi minuti che compongono le tracce periferiche. Qui si nasconde l’essenza anni settanta della band, tratti strumentali sotto effetto di stupefacenti arrangiamenti che fra la polvere di Pompei e il caos cittadino che governa il giorno d’oggi catturano con fumosa cupidigia l’attenzione del lettore. Se non l’aveste ancora capito mi riferisco ovviamente alla suite divisa in tre parti chiamata dal gruppo Forgive Me, dove passato remoto e futuro anteriore in musica si stringono la mano.    

Andrea’Onirica’Perdichizzi

TrackList:

01. Opel
02. The Way It Is
03. Perceptual Response
04. Forgive Me part 1
05. Gentle Art Of Swimming
06. Who Do You Think You Are
07. Going Outside
08. Sun In The Sky
09. Forgive Me part 2
10. Forgive Me part 3

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