Recensione: Storm Alert

Di Matteo Lavazza - 16 Marzo 2006 - 0:00
Storm Alert
Band: Torture
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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70

Strana storia quella dei Torture, nati addirittura nel 1986 hanno pubblicato nel 1987 un mini lp di 4 canzoni e poi questo “Storm Alert”, che però vede la luce solo oggi grazie a questa ristampa che oltre alla versione rimasterizzata e remixata del disco contiene anche le 4 tracce del mini lp e due nuove canzoni.
Dopo la solita intro di routine si aprono le danze, o sarebbe meglio dire il pogo, con “Ignominous Slaughter”, una vera e proprio bordata Thrash in pieno stile Slayer.
E proprio la band di Tom Araya si rivela essere la maggiore fonte d’ispirazione per i Torture, infatti echi di “Hell Awaits” si possono riconoscere perfettamente in canzoni come la lunga “Dwells into Surreality”, la veloce e violentissima “Terror Kingdom”, che ha dalla sua un ritornello davvero incisivo, “Whips pt.1”, strumentale Thrash all’ennesima potenza, e “Whips pt.2”, in cui lo spettro Slayer è mitigato solo in parte da alcuni passaggi di chitarra leggermente più melodici, nonché nella conclusiva “Deceiver”, che alterna sonorità slayeriane con alcuni tecnicismi che mi hanno ricordato certe cose degli Artillery.
Quantomeno spiazzante l’inizio di “Blood Portaits”, che viene aperta da arpeggi cupi ma soffusi, prima che il brano esploda in tutta la sua furia, per dar vita ad una canzone che può portare alla mente certe cose dei Testament, il tutto, mi sembra quasi superfluo dirlo, unito alle solite influenze Slayer, ed anche l’apertura di “Slay Ride” è piuttosto particolare, affidata ad una filastrocca cantata da dei bambini, che lascia poi spazio ad un mid tempo roccioso e cattivo.
La title track “Storm Alert” è forse la traccia più oscura del disco, ma anche quella più curata in fase di arrangiamento, tanto più che qua e la fa capolino perfino una tastiera, che rimane comunque solo una sorta di riempitivo usato molto poco per di più, ma in questo brano la band dimostra più che in ogni altro la sua personalità, facendo pensare all’ascoltatore che probabilmente seguendo questa linea in futuro il gruppo potrebbe guadagnare notevolmente in originalità pur senza perdere la propria identità.
Un capitolo a parte lo merita “Enter the Chamber”, canzone quantomeno particolare vista la linea musicale seguita nel disco dal gruppo, la canzone infatti ha solo qualche tratto Thrasheggiante, il resto è un Power Metal americano alla Metal Church/Vicious Rumors, con tanto di ritornello melodico e canticchiabile, bella canzone che oltretutto va a spezzare un po’ il ritmo del disco donandogli varietà.
I suoni non sono proprio dei migliori, nonostante tutto il lavoro fatto ultimamente sulle registrazioni originali la produzione rimane un po’ confusa, e soprattutto le chitarre in fase solista potevano avere un suono decisamente migliore.
Tecnicamente la band non è nulla di particolare, sparsi nel disco ci sono riff tutt’altro che semplici, ma nel complesso non c’è nulla che faccia gridare al miracolo, e soprattutto per quello che riguarda le parti di batteria un minimo di varietà in più avrebbe sicuramente portato un giovamento complessivo a tutti i brani.
Credo che questo “Storm Alert” possa far gioire tutti gli amanti del Thrash vecchio stile, certo che se cercate originalità o modernità dovete per forza di cose guardare altrove, ma se per voi nella musica l’importante è la cattiveria allora questo è sicuramente un disco che potrete trovare interessante, personalmente lo trovo divertente e potente, e ciò mi basta.

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70