Recensione: Straight Up
Talentuoso polistrumentista britannico, Taz Taylor si ripresenta sul mercato discografico a due anni di distanza dall’ottimo “Welcome To America”, con un album nuovo di zecca e qualche sostanziosa novità.
Particolare immediatamente rilevabile in “Straight Up”, terzo capitolo in solitaria per il musicista di Birmingham è, anzitutto, un avvicendamento di peso che, solo in apparenza, potrebbe risultare un impoverimento in termini qualitativi.
Esce infatti dalla line up il gigantesco Graham Bonnet, singer d’infinita bravura che aveva reso eccellenti le già interessantissime note del cd precedente, sostituito però dall’altrettanto valido e capace Keith Slack, cantante texano, noto ai più per essere stato la voce degli MSG e degli straordinari Steelhouse Lane di Mike Slamer. Rilevabile inoltre, il prezioso contributo garantito da Don Airey, altro nome dalla storia importante, protagonista di un paio di comparsate sulla title track della nuova opera.
Non cambiano invece le coordinate stilistiche entro cui si sviluppa la proposta, profondamente vicina alla tradizione rock d’oltremanica e legata a nomi caratteristici, tra mito e leggenda, quali Rainbow, Deep Purple, Whitesnake ed in parte Led Zeppelin.
Ad essere un po’ deficitario questa volta è tuttavia il songwriting, nonché la pulizia e la buona resa dei suoni che, complice una qualità del promo in nostro possesso decisamente scarsa ed inadatta ad apprezzare compiutamente gli sforzi prodotti, appare quantomeno non in grado di conferire al disco il giusto piacere d’ascolto.
I pezzi presentati a grandi linee non dispiacciono, pur tuttavia è impossibile non rilevare la mancanza di veri e propri momenti di classe “superiore”, capaci di far decollare l’album, condannato in tal modo ad un ruolo di secondo piano, soprattutto se raffrontato al valore di numerose altre novità entrate sulla scena nell’ultimo periodo.
Gradevoli ma ordinari, pezzi come “Lock And Loaded”, “The Fugitive” e “What You Need” si mostrano di certo quali non disprezzabili esempi di hard rock, suonato con effettiva competenza e buon gusto, tra mille riferimenti ai grandi di cui detto poc’anzi ed un’ottima prestazione del bravissimo Slack.
Pur tuttavia l’impressione costante è quella di trovarsi al cospetto di canzoni che, fatta salva un’esecuzione da manuale, non si discostano eccessivamente dalla routine, lasciando da parte ogni tentativo di osare qualcosa per andare oltre un semplice, per quanto meritatissimo, applauso di benevola circostanza.
Sprazzi di classe e momenti comunque di discreta fattura (tracce forti e più riuscite in tal senso, “In Harms Way” e “Information Overload”, con Slack impegnato a rincorrere Mr. Coverdale con discreto successo) fanno dunque di “Straight Up” un cd dai contorni indubbiamente piacevoli, seppure mai, in nessun caso, classificabile su livelli d’eccellenza.
Ottima prova strumentale di Taylor e dell’intero ensemble di musicisti, buonissimo il nuovo arrivato Keith Slack, la nuova creatura della Taz Taylor Band vive purtroppo di spunti episodici, sufficienti a stimolare una chance d’ascolto, ma non del tutto utili a promuovere il disco senza riserve.
Non male dopo tutto, ma alla resa dei conti, un passo indietro rispetto al notevolissimo “Welcome to America”.
Discutine sul forum nella sezione Hard Rock / AOR!
Tracklist:
01. Lock And Load
02. Razor Tongue
03. One More Night
04. The Fugitive
05. What You Need
06. In Harms Way
07. Information Overload
08. Never Letting Go
09. Bring It
10. Wait No More
11. Straight Up
Line Up:
Taz Taylor – Chitarra / Basso
Keith Slack – Voce
Dirk Krause – Basso
Val Trainor – Batteria
Don Airey – Tastiera