Recensione: StreetLore
Le vacanze del periodo natalizio capitano alla perfezione per poter approfondire, finalmente, la conoscenza degli StreetLore, nuovo ensemble AOR proposto da Art of Melody.
Un album di cui si è sentito e si è letto molto bene in queste ultime settimane un po’ ovunque.
Ideato dal tastierista Lorenzo “LoreRock” Nava, il progetto è nato grazie al coinvolgimento del produttore Pierpaolo “Zorro” Monti, uno che l’AOR – quello buono – lo porta inciso nei cromosomi e lo respira come l’aria. Shining Line, Raintimes, Charming Grace… chi ha detto garanzia di qualità? Beh, quello è…
Date le premesse, StreetLore è proprio ciò che ci aspettavamo. Un solido disco di rock melodico, che svetta in campo tricolore e non ha nulla da invidiare alle cose migliori ascoltate nel settore in questa annata in via di chiusura. Circondato dal tradizionale nugolo di ottimi artisti (eccellenze nostrane e qualche fuoriclasse “estero”), Nava ha, infatti, dato vita ad uno scenario improntato all’AOR “d’autore”, ben costruito, ben prodotto e ben interpretato. Essenzialmente maturo ed al riparo da ingenuità ed espedienti dozzinali. E pure con una bella copertina.
Dite se è poco…
Si respirano le consuete atmosfere ottantiane, distribuite in scioltezza su brani che hanno, come da convenzione, nei cori e nei ritornelli i principali punti di forza.
Armonie che suonano familiari, scivolano senza increspature e lasciano intravedere una passione immensa per il puro rock “ultramelodico”, il cui tributo è un album quasi romantico nella sua essenza volutamente retrò e fuori dal tempo.
Signal, Bad Habit, Heartland, FM, Alias, Tyketto, Boulevard, Fortune, Strangeways: siamo certi che il buon Lorerock abbia conoscenza profonda della discografia di tutte le band che abbiamo appena citato e che, a vario titolo, innervano indissolubilmente il songwriting delle canzoni ascoltate su “StreetLore“.
La ballatona “Aeglos”, il scintillante melodic rock di “Brothers”, “The Storm”, “Only Wounds Remains” e “Say Farewell”, l’incedere sinuoso di “Shelter from the Rain” e “Crossroads” (comparsata del leggendario Terry Brock) parlano di immagini legate ad un’epoca forse remota. Quasi preistorica per i più giovani.
Che però, nonostante, la datazione ormai polverosa e lontana, rimangono comunque sempre vive e pulsanti, ispiratrici di opere decisamente interessanti e di valore come questo esordio.
Originariamente previsto per il 2021 ed uscito solo ora a causa della disgraziata pandemia sperimentata nell’ultimo biennio, StreetLore è un’esperienza gratificante per gli amanti di rock melodico che si piazza in scia ai già citati Charming Grace, Shining Line e Raintime.
Grandi kolossal che addizionati a Lionville e Room Experience, costituiscono un eccellente “circolo AOR” tutto tricolore di cui il progetto di Lorenzo Nava fa ora parte a pieno titolo, dimostrando – se mai fosse ancora necessario – di come pure in questo campo il nostro belpaese non sia più secondo a nessuno.
Lo sappiamo da tempo.
Ne abbiamo avuta l’ennesima riprova.