Recensione: Streets
“Streets” rappresenta uno dei migliori e più complessi concept album mai pubblicati nella storia del Metal: DT Jesus, una ex rock star che vive spacciando droga, è uno dei tanti falliti che vivono nelle strade di New York. In “Streets” si narra di come riesca a riguadagnare il successo perduto, e di come, una seconda volta, cada di nuovo in rovina, della sua fede in Dio e dei suoi dubbi nei confronti di essa.
La titletrack apre il sipario con un coro di bambini e descrivi in maniera tetra e minacciosa la vita della strada. i pericoli che si nascondono ad ogni angolo e in ogni vicolo. Il pezzo ricorda molto “Gutter Ballet”, del precedente omonimo album.
La seguente “Jesus Saves” narra in maniera fredda, severa e diretta del nostro eroe fallito, DT Jesus, che suona ormai solo a tempo perso nei locali. DT è anche un tossicodipendente, e questo suo abuso viene descritto in maniera eccezionale in “Tonight He Grins Again”, song sofferta e depressa che non lascia vedere spiragli nella situazione, con la sua atmosfera malvagia e inesorabile, dai toni ovviamente dark. I Savatage qui sono a livelli di istrionismo magnifici. Le chitarre del compianto Criss Oliva sono brillanti in “Strange Reality”, con quel suo riff d’apertura così orecchiabile. A questo punto della storia DT incontra un vecchio chitarrista blues che come lui ha perso fama e successo a causa della droga. DT capisce cosa diventerà se non fa qualcosa e decide di raddrizzare la sua vita.
Segue quindi la visionaria “A Little Too Far”, in cui DT riflette su cosa è successo a tutti i suoi idoli. Il pezzo è lento e struggente, e riflette alla perfezione considerazioni sul cinismo che domina la vita degli uomini… La voce di Jon Oliva qui è molto più dolce e melodiosa, mentre il pianoforte, unico strumento usato in questo brano, diventa incredibilmente commovente.
DT smette di usare droghe, e in “You’re Alive” inizia a girare per i locali riscuotendo un successo sbalorditivo. Il pezzo è decisamente positivo, con il suo aspetto pop-rock, e rende bene l’idea di come le cose stiano volgendo al meglio per DT.
Vengono presentati con “Sammy and Tex” altri due personaggi. Tex è il “tour manager” di DT, mentre Sammy è uno spacciatore a cui DT deve dei soldi. Una notte Sammy si presenta a DT dopo uno show molto soddisfacente. Tex interviene e Sammy lo uccide. Il pezzo è ritmicamente veloce, furioso: si capisce che qualcosa andrà storto fin dalle prime note.
DT è distrutto. Quando le cose si stavano mettendo bene, il suo passato torna indietro a perseguitarlo. “St. Patrick’s” punta l’attenzione sulle domande che DT rivolge a Dio, sui dubbi circa l’interessamento di Dio alla vita degli uomini. La canzone inizia molto debolmente, la voce di Jon è bellissima e passa gradualmente a trasmettere quel senso di frustrazione che attanaglia DT. Le emozioni del nostro eroe sono anche qui ritratte con grande efficacia, e la sua disperata richiesta di aiuto non viene accolta: è infatti la disperazione il tema fondamentale della successiva “Can You Hear Me Now”. DT cammina per le strade di New York City e si accorge di quanto sia pericoloso il mondo in cui vive. “New York City Don’t Mean Nothing” descrive appunto i pericoli di New York e come questa città sia capace di distruggere i sogni. E’ un brano d’effetto, che inizia abbastanza piano, come in “Sleep”, pezzo di “Edge Of Thorns” (1993): infatti il senso di sonnolenza che dà quella canzone non è altro che un riarrangiamento dell’inizio di “New York City Don’t Mean Nothing”, che comunque non rimane calma per tutta la sua durata, anzi, esplode presto in un inferno buio e distorto, New York City appunto. Segue sugli stessi temi “Ghost In The Ruins”, mid-tempo che è diventata una delle hit della band americana. Altra highlight è rappresentata da “If I Go Away”, introspettiva e con molti riferimenti “Lennoniani”, in cui DT si interroga di cosa sarà di lui se scomparisse d’un tratto… La gente lo ricorderebbe? Lui stesso vuole essere ricordato? DT si sente sempre più infelice e la droga gli offre una tregua per i suoi problemi. Siamo in “Agony and Ecstasy – Temptation”, dal sound thrash diretto e aspro.
“Heal My Soul” si basa su una vecchia “preghiera cantata” irlandese, e il risultato è un pezzo molto triste, con vocals dolci e sofferte.
Non vorrei svelare il finale della storia, sorprendente ma meraviglioso. Dico solo che un altro grandioso pezzo, “Somewhere In Time” consegna potentemente il messaggio, fino ad arrivare al finale dei finali, “Believe”, la canzone più bella scritta dai Savatage, e come tale anche la più conosciuta, che chiude “Streets” in maniera sublime. E’ potente e commovonte, solenne e travolgente, un finale epico per un album epico. Il pianoforte e la chitarra interagiscono in modo fantastico e le parole sono struggenti… Non potrei non citarle… “I am the way – I am the light – I am the dark inside the night – I hear your hopes – I feel your dreams – and in the dark I hear your screams…”.
Per quanto riguarda il sound e lo stile dei Savatage su “Streets”, immaginate di prendere il tipo di metal dei Judas Priest o dei Black Sabbath, aggiungete un pianoforte e quindi combinate il tutto con l’arte rock-operistica dei Queen e la capacità introspettiva di John Lennon. E’ vero che la timbrica di Oliva non è originalissima, ma questo non fa certo scadere un album di questa portata. Non vi fate ingannare da chi spaccia per progressive metal alcune band ipertecniche: la vera “progressione”, come mi piace chiamarla, è un’attitudine al cambiamento al livello di sensazioni trasmesse, d’atmosfera, non semplicemente di tempo. E in questo ritengo che i Savatage siano maestri, seppure non li considero una prog band: la loro innata capacità di tradurre in musica storie in maniera così teatrale e istrionica ha conferito alla loro musica l’etichetta (in seguito abusatissima) di “Hollywood Metal”, e secondo me mai una definizione fu più azzeccata.
Tracklist:
1. Streets
2. Jesus Saves
3. Tonight He Grins Again
4. Strange Reality
5. A Little Too Far
6. You’re Alive
7. Sammy And Tex
8. St. Patrick’s
9. Can You Hear Me Now
10. New York City Don’t Mean Nothing
11. Ghost In The Ruins
12. If I Go Away
13. Agony And Ecstasy
14. Heal My Soul
15. Somewhere In Time
16. Believe