Recensione: Strenght Of Steel [Reissue]
Strength of Steel: quale titolo migliore per un album di HM? Il quarto full length degli Anvil – non considerando la raccolta Backwaxed del 1987, che peraltro contiene cinque pezzi inediti – esce nel 1988 e si porta sulle spalle il peso di succedere a incudini d’oro del calibro di Hard’N’Heavy, Metal On Metal e Forged In Fire, un favoloso trittico – ognuno per differenti motivi – che dovrebbe campeggiare in qualsivoglia discoteca metallica. Dotato di copertina stupendamente kitsch minimalista, il disco vede la luce originariamente nel 1987.
La storia di Steve “Lips” Kudlow e Robb Reiner, le due rocce canadesi fondatrici dell’incudine metallico più famoso del pianeta viene raccontata ampiamente all’interno del libro e del film The Story Of Anvil,
entrambi grandi successi recenti che portano il gruppo a essere conosciuto anche dall’uomo della strada – o quasi – quando fino al mese prima spedivano direttamente ai richiedenti, di persona, l’ultima loro fatica discografica, This Is Thirteen, autoprodotta e priva di distribuzione. Stima infinita e imperitura, quindi, per questi due simpatici baluardi dell’HM, autentici esempi di fede siderurgica incrollabile.
Cavalcando l’onda di ritrovato interesse per il revival del canadian assault l’etichetta tedesca Spv fa uscire in formato digipak le reissue di Strenght Of Steel, Pound For Pound e Worth The Weight. La recensione che segue si riferisce, ovviamente, alla prima citata. Otto le pagine del booklet, con tutti i testi ma soprattutto l’ultima dedicata alle liner notes dei due capitani di cui sopra, mentre per quanto attiene le foto ci si limita alla copertina interna del cartonato, oltre alla back cover di default.
I ricordi di Lips e Robb riguardo Strenght Of Steel valgono da soli il prezzo dell’acquisto. Con l’usuale onestà intellettuale i due si mettono completamente a nudo confessando senza remore e giri di parole le difficoltà oggettive di casa Anvil in quel periodo, polemiche con il chitarrista Dave Allison incluse, dall’alto delle Loro capigliature vaporose, proprie del momento storico.
L’album parte alla grande sulle ali della potenza di un anthem in tipico Anvil-style come Strenght Of Steel: solenne, schitarrato quanto ci si aspetta, forse un po’ troppo asciutto a livello di pienezza del suono ma sicuramente con un Lips sugli scudi per credo e militanza. Segue il classico Concrete Jungle, non a caso ripreso due anni dopo all’interno del Past and Present Live album, un brano dal retrogusto Dark nonostante il grandissimo bridge romantico, a suon di riff duri come la pietra da consegnare direttamente all’epopea dell’Acciaio.
La singhiozzante 9-2-5 non passa di sicuro alla storia per ispirazione così come la successiva I Dreamed it Was the End of the World, pezzo ove gli Anvil paiono i Kiss in una versione stra-appassita. Flight of the Bumble Beast è la strumentale del lotto, casomai ci fosse qualcuno sul pianeta a dubitare delle doti tecniche del bombardiere Robb Reiner.
Cut Loose è 100% cliché iper-abusati da cani e porci, sia prima che dopo Strenght of Steel, con tutti i pregi e difetti del caso: titolo ripetuto all’infinito e riff a cascata di contorno. La storia di qualsiasi band HM di lungo corso è costellata di errori, inevitabilmente. Mad Dog ne rappresenta uno di quelli macroscopici, da parte del combo canadese. Il video del brano passò svariate volte su MTV, invero con risultati pessimi in termini di ritorni, soprattutto a livello di immagine. I duri e puri Anvil uscirono sconfitti da una sequenza di luoghi comuni, doppi sensi sessisti ma soprattutto immagini di bassa lega che di sicuro non resero giustizia a un gruppo che ha composto pietre miliari come Metal On Metal, Forged In Fire e Mothra, solo per fermarsi a tre hit monumentali. Il brano, in sé, non è da buttare alle ortiche tout court ma di certo non rappresenta niente di quello che i die-hard fan dell’epoca si sarebbero aspettati da Robb e Lips. Su YouTube il video è facilmente rintracciabile.
Classico HM in Straight Between the Eyes, pezzo onesto se non fosse che al microfono vi è il “trapano” – non in senso musicale – Dave Allison, un mestierante e nulla più, evidentemente in crisi di astinenza da ego. Nella scolastica Wild Eyes degli Stampeders – un rock trio canadese attivo dal 1964 al 1977 – si fatica a capire che si tratta di un brano Anvilizzato e, se non fosse per l’impennata Speed a metà esecuzione, parrebbe uno scarto di una qualsiasi Hair Band di seconda fascia in quel di Los Angeles.
La giusta tensione heavy metal sopraggiunge, enfatica, con Kiss Of Death, episodio dagli echi fortemente epici e stentorei, a metà fra il British Steel e l’Acciaio Vergine made in USA. La sorpresa di Strenght Of Steel, indubbiamente, dopo tanti ammiccamenti all’heavy rock di facile presa. Paper General è , in pratica, l’esasperazione in chiave Anvil della lezione Iron Maiden, fra stacchi repentini e cavalcate inesorabili, con refrain alla Overkill prima maniera, senza però avvicinarsi minimamente alla classe degli inglesi.
Strenght Of Steel lotta per il gradino più alto del podio all’interno della lunga discografia della premiata ditta Lips,Reiner & Co. riguardo l’assegnazione del premio “album meno focalizzato della carriera”. Accanto a episodi schiacciasassi 100% Anvil troppe divagazioni fuori tema poco riuscite, tenendo conto che il gruppo utilizza un incudine come simbolo.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
1. Strength of Steel
2. Concrete Jungle
3. 9-2-5
4. I Dreamed It Was The End Of The World
5. Flight Of The Bumble Beast
6. Cut Loose
7. Mad Dog
8. Straight Between The Eyes
9. Wild Eyes (The Stampeders cover)
10. Kiss Of Death
11. Paper General
Line-up:
Steve “Lips” Kudlow Vocals – Guitars
Dave Allison Guitars
Ian Dickson Bass
Robb Reiner Drums