Recensione: Stretch Of The Imagination [Reissue]
Il periodo successivo all’uscita del fortunato Queen Of The Thieves da parte dei “canguri” Taramis, come da racconto riportato sul Loro MySpace, vede la partecipazione del combo di Melbourne a numerose date live nel proprio continente alternate a dolorose separazioni in seno alla line-up, come quella che segna la fuoriuscita del chitarrista Craig Robertson, uno dei principali artefici del successo del gruppo. Precedentemente aveva dato forfait il bassista Danny Komorr. Gli storici Shane “Joel” Southby (voce) e Dave Browne (batteria) non si perdono d’animo e rimpiazzano i transfughi con Evan Harris alle quattro corde e George Larin all’ascia. I nuovi innervano il suono dei Taramis in maniera devastante, tanto che il successore della Regina Dei Ladri costituisce un monolite di acciaio epico appena colato, ancora fumigante dopo il trattamento implacabile dei quattro defender. Le recensioni entusiastiche dell’epoca ricevute da Stretch Of The Imagination, uscito nel 1991, permettono al combo di suonare in compagnia di gente come Ian Gillan e Sepultura, consolidando l’uletriore salto di categoria ottenuto dopo la pubblicazione del disco dalla copertina magnetica e inusuale, su sfondo di colore viola. La favola Taramis si interrompe di fatto dopo il trasferimento del singer a Sydney, dimostratosi un colpo ferale per il futuro del gruppo che da quel momento in poi, a parte qualche sporadico show, finisce la propria storia, anche se mai ufficialmente.
Stretch Of The Imagination – qui trattato nella versione remaster con l’aggiunta di tre bonus track più di una parte video – operata dalla My Graveyard Productions, suggella l’ultimo capitolo su full length della saga Taramis: breve, intensissima ma soprattutto carica di valore musicale.
L’impatto iniziale dell’album è deflagrante: Dreaming ha la grazia di un elefante imbizzarrito in una cristalleria, senza però mai scadere nella violenza fine a se stessa. Il messaggio metallico dei Taramis si mantiene su coordinate senza dubbio originali, laddove la potenza dell’heavy metal si coniuga al meglio con partiture Prog. Impressionante il lavoro del purtroppo recentemente scomparso Evan Harris al basso. Diceman è una cavalcata in piena regola dalle forti connotazioni epiche, sublimate dalla voce d’acciaio e sempre riconoscibile di Mister Southby, assimilabile, seppur lontanamente, a Sergio Zara dei piemontesi Fil Di Ferro, in alcuni passaggi tirati. In Maze Of Glory gli australiani forniscono una lezione di alto livello di HM classico dalle tinte battagliere mentre Another Tomorrow riecheggia alcune cose dei Testament meno diretti, con inserti a la Savatage. Ancora artiglieria pesante e piede premuto sull’acceleratore in Behind These Eyes, discorso a parte per Jigaboo Boogie, strumentale dove il basso detta ancora legge ma è in Lonely Star che esplode il (buon) gusto dei Taramis per la melodia, mai fine a se stessa ma a servizio della canzone, mistica e dura quanto basta, con un “Joel” Southby da brividi. Delayed Reaction parte dal solito lavoro portante del quattro corde di Evan Harris per poi risolversi nell’ennesimo episodio “in your face” del disco.
Netto cambio di resa sonora all’interno delle tre bonus track, risalenti al periodo immediatamente successivo all’album e, come tali, tendenzialmente in linea con le coordinate musicali di Stretch Of The Imagination, anche se più orientate verso certo Thrash americano nelle ritmiche. Se Changes spicca per il gusto melodico in Never i richiami Bay Area si fanno consistenti. Chiude il lotto Defying Imagery, veloce e diretta con cambi di tempo molto marcati. A mo’ di ciliegina sulla torta il Cd della My Graveyard propone il videoclip del pezzo Dreaming, con il bassista Evan Harris agghindato più da massaia che da componente di un combo defender come i Taramis e il gruppo impegnato a suonare con del fuoco, opportunamente acceso a inizio riprese, alle proprie spalle. Booklet di sedici pagine con tutti i testi ben leggibili e le due centrali dedicate alle foto della band.
Stretch Of The Imagination: monolite di rara potenza e senza cali di tensione, da gustarsi dal primo all’ultimo secondo, senza indugio alcuno.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
1. Dreaming
2. Diceman
3. Maze of Glory
4. Another Tomorrow
5. Behind These Eyes
6. Jigaboo Boogie (Instrumental)
7. Lonely Star
8. Delayed Reaction
9. Changes
10. Never
11. Defying Imagery
Line-up:
Shane Southby -vocals
George Larin – guitar
Evan Harris – bass
Dave Browne – drums