Recensione: Strikelight

Di Enzo - 19 Marzo 2005 - 0:00
Strikelight
Band: Strikelight
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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70

Questi ragazzi Greci che vengono al nome di Strikelight irrompono sulla scena Heavy Metal con questo omonimo disco. Tralasciando l’orribile copertina (sisi va bene fa molto “80” ecc…ecc…ma chi la ha disegnata? Un bambino delle elementari?) i nostri musicisti ci ripropongono un sanissimo Heavy Metal di chiarissimo stampo NWOBHM. La caratura tecnica del combo greco è abbastanza elevata, e, a parte qualche mancanza tecnica dovuta alla poco azzeccata voce del singer, ancora ampiamente migliorabile, la band fa, strumentalmente, assai bene il proprio lavoro.

Il disco, dopo la breve intro Born By Fire, è inaugurato dall’incendiaria Fake Belief, che si rivela anche essere subito una delle migliori song del lotto. D’ispirazione Satan, questa canzone scorre via veloce e potente tra incredibili refrain scanditi da potenti, grezzi e diretti chorus. Ottimo colpo anche la seguente ed ossianica Angel In Exile, portata in auge dall’ottima prova del bassista della band, nonchè mente di ogni componimento del gruppo. Il brano, d’inspirazione Blitzkrieg, si snoda su di una travolgentissima costruzione strumentale composta da riff veloci, grezzi ed irruenti. Bellissima la seguente Inner Voice, altro indubbio punto di forza del platter che, tra cavalcate in stile primi Demon, e riffing compatti e potenti, mette in mostra tutta l’attitudine “NWOBHM underground” di questa più che valida band. La seguente Undying Love è una classica ballad, per altro ricca di notevoli spunti interessanti, risultano infatti solenni e carichi di pathos i refrain in essa contenuti. Ci pensa Final Fight a riportare il disco su ritmiche nuovamente grezze e potenti, ritmiche che si arricchiscono di vigore e velocità nel seguente duo composto dalle ossianiche Streets of Glory e Forever Youg, addirittura quest’ultima si rivela essere una bella fast song d’inspirazione Iron Maiden.

Il disco è concluso dalla title track Strikelight, anthemico brano che contiene una sintesi perfetta delle sonorità della band. La song, grazie ai suo possenti chorus che accompagnano il catchy ed ottimo refrain si attesta ad essere un’altra canzone di notevolissimo spessore.
In conclusione posso affermare che questa giovane band ha tutte le carte in regola per sfondare, in un ipotetico futuro, sul mercato europeo. La tecnica del gruppo si attesta su livelli buoni, la voce del singer però poco si adatta a queste tipiche sonorità di chiarissimo stampo NWOBHM. Se gli Strikelight riusciranno ad ammaestrare il loro cantante ed ad adattare la sua voce a territori più consoni ai lidi musicali nei quali la band è solita attingere le proprie influenze artistiche, allora possiamo sperare davvero in un fantomatico secondo disco che possa rasentare livelli più che ottimi.
Vincenzo Ferrara

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