Recensione: Strings 24
Il progetto Strings 24 inizia a prendere forma verso la fine del 2007, quando Frank Caruso, Stefano “Sebo” Xotta e Gianluca Ferro decidono di mettere insieme le proprie conoscenze musicali sviluppate nei rispettivi ambiti e di dedicarsi alla realizzazione di un disco ambizioso e diverso dal solito: l’idea è infatti quella di registrare un album completamente strumentale, dove la chitarra è l’indiscussa protagonista, e nel quale le svariate influenze dei tre musicisti vengono miscelate in un sound variegato e ricco di sfumature. Dopo oltre un anno di lavorazione vede finalmente la luce, nel Marzo del 2009, l’omonimo full length di esordio dei Strings 24.
Il genere proposto in questo Strings 24 (il nome sta ad indicare la somma delle corde delle chitarre utilizzate dai tre artisti) è un metal interamente strumentale, fatto di lunghi assoli funambolici alternati ad improvvise aperture melodiche di grande respiro, e nel quale passaggi dal sapore marcatamente più progressive vanno a mescolarsi a ritmiche di chiara derivazione hard n’heavy e a sonorità che strizzano l’occhio al blues. Al fianco dei tre chitarristi Frank Caruso (Firehouse, Darklight, Arachnes), Stefano Xotta e Gianluca Ferro (Doomsword, Time Machine, Heart of Sun) troviamo la sezione ritmica composta da Gabriele Baroni (Darklight, Arachnes) al basso e Roberto Gualdi (Voodoo Hill, The Cage) alla batteria, mentre le parti di tastiera sono curate da Alessandro Del Vecchio (Edge of Forever). Da segnalare inoltre la presenza di Lorenzo Feliciati (BFH) al basso, in qualità di ospite in un paio di canzoni. Dodici sono le tracce che compongono questo Strings 24, per una durata che supera di poco i cinquanta minuti. Davvero buona la qualità di tutte le composizioni: nonostante il sound proposto sia tutt’altro che di facile assimilazione, il disco risulta incredibilmente scorrevole e accattivante, ottimamente composto e ben suonato (il bagaglio tecnico dei tre protagonisti è senza dubbio di altissimo livello). Tra gli episodi migliori possiamo sicuramente citare Running in the Wind, pregevole canzone di oltre quattro minuti che tende a mescolare sonorità di stampo prettamente neoclassico con riffoni più speed oriented. Altro brano degno di nota è Double D, probabilmente il pezzo più melodico ed orecchiabile dell’intero album, mentre la coinvolgente e sognante Remember Blues si segnala per l’interessante intreccio tra chitarra e organo hammond. Una menzione a parte merita la conclusiva Go Down Peter!, riarrangiamento in chiave rock/metal del celebre Peter Gunn Theme di Henry Mancini, colonna sonora di numerose produzioni cinematografiche (tra cui il fantastico Blues Brothers) nonché dell’omonimo telefilm poliziesco degli anni cinquanta. Buoni nel complesso la produzione e il missaggio (affidati a Luca Pilla ed effettuati presso i Phantom Studio di Frank Caruso), anche se i suoni del basso e della batteria rimangono leggermente soffocati rispetto alle chitarre.
In definitiva possiamo dire di trovarci dinnanzi a un disco shred davvero valido, magari non rivoluzionario ma sicuramente fresco e assolutamente godibile. La mancanza dell’elemento vocale non si fa affatto sentire: tutte le composizioni proposte sono fondate su una efficace combinazione di tecnica strumentale (in nessun caso fine a sé stessa) e melodie accattivanti, e questo rende il tutto abbastanza scorrevole e piacevole da ascoltare. Un lavoro più che buono quindi per questi tre chitarristi italiani, nella speranza che questo progetto possa continuare nel futuro con un secondo album. Avanti così.
Lorenzo “KaiHansen85” Bacega
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Tracklist
01 – Introspective (intro)
02 – Outraged Dimensions
03 – Running in the Wind
04 – Double D
05 – Schizophrenic Disorders
06 – Remember Blues
07 – Mystical Thoughts
08 – G String Song
09 – Psychedelic
10 – Flown
11 – Besides Nowhere
12 – Go Down Peter!
Line Up
Frank Caruso – Guitar
Stefano “Sebo” Xotta – Guitar
Gianluca Ferro – Guitar
Gabriele Baroni – Bass
Roberto Gualdi – Drums
Alessandro Del Vecchio – Keyboards
Lorenzo Feliciati – Additional Bass