Recensione: Strong, Wild And Free
Se nei prossimi mesi vi trovaste ad affrontare un viaggio in mezzo al deserto del Nevada in dolce compagnia e foste alla ricerca del giusto sottofondo, il consiglio è di portare assolutamente con voi il nuovo album dei F.E.A.S.T. “Strong, wild and free”.
Sono passati due anni dall’esordio “Rise” che aveva già presentato nel migliore dei modi l’ambizioso quartetto italiano, amante del rock targato “anni 80”.
Il loro nuovo album prosegue ciò che di buono era stato iniziato con il precedente cd: preparatevi quindi a godere di queste dodici sferzate di hard rock roccioso e melodico che per gli amanti dei Whitesnake in particolare, sarà una manna dal cielo.
Le sirene della polizia fanno da intro al primo pezzo – nonché titletrack del disco – e subito i F.E.A.S.T. imprimono la loro impronta fatta di velocità e carica melodica fino all’assolo centrale che fa capire che il rock, qui, è di casa e non ci sono musicisti improvvisati dell’ultima ora.
Si continua alla grande con “Pleasure and pain” e “Heart and soul”, sorrette da riffoni di chitarra spettacolari e cori ai quali è impossibile non tenere il tempo con la gamba. I ritmi si fanno più cadenzati e rallentati con “Rock n’ roll flame”, traccia dotata di un ritornello in cui si sente più che mai l’influenza dei Whitesnake.
Il disco prosegue piacevolmente senza cali di tensione tra i possenti riff di “Hard rockin’ man” e il refrain spensierato di “Gonna fly” che vi farà dimenticare per quattro minuti ogni problema possiate avere.
Incredibile come questo lavoro col passare dei minuti migliori sempre di più per carica, melodia, riff e assolo: “It’s not the same” e “How long” ne sono un esempio.
Con “A million years” arriviamo alla prima ed unica ballad presente…e che ballad!
Canzone da accendini accesi per la quale molte band farebbero carte false pur d’ averla nel proprio repertorio: perfetta la linea melodica che sorregge l’intero brano, assolo da pelle d’oca e ritornello assolutamente magico…standing ovation per i F.E.A.S.T.!
Si va verso lo sprint finale con l’ottima cover “Dancing to the rhythm” di Stevie Wonder: anche in questo caso la band dimostra d’essere in grado di uscire dall’ovvietà rispetto ad altri, non proponendo una canzone di una gruppo prettamente hard rock.
Arriviamo quindi alla conclusiva “Children of beslan”, una lunga cavalcata mid tempo di otto minuti che è un vero e proprio tributo al “serpente bianco”. Brano che parte lento e che, col passare dei minuti, cresce sempre di più fino all’apice dell’assolo centrale, per poi chiudersi con il finale di piano e chitarra acustica.
Andiamo ora a rendere merito agli artefici di questo splendido album, ovvero il compositore,chitarrista, cantante e tastierista (un vero factotum) Fabri Kiareli, coadiuvato da Luke Ballabio all’altra chitarra, da Angelo Perini al basso e Mao Granata alla batteria: tutti musicisti di qualità eccelsa.
A questo punto ci aspettiamo davvero che i F.E.A.S.T. possano raccogliere tutto quello che di buono hanno seminato coi loro due album. Senza dubbio meriterebbero l’opportunità di aprire il concerto di qualche blasonata band e di partecipare ad uno dei numerosi festival estivi; visto che, molte volte, tali opportunità vengono offerte a realtà molto meno meritevoli di loro.
Se siete arrivati a leggere fin qui ed avete resistito alla voglia di correre a procurarvi una copia di “Strong,wild and free” vi comunico che da questo momento potete indossare i vostri jeans, mettere la maglia della vostra band preferita e catapultarvi a fare vostro questo disco!
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Tracklist:
01. Strong, Wild And Free
02. Pleasure And Pain
03. Heart And Soul
04. Rock n’ Roll Flame
05. Hard Rockin’ Man
06. Gonna Fly
07. Tell Me You’re Ready
08. It’s Not The Same
09. How Long
10. A Million Years
11. Dancing To The Rhythm
12. Children Of Beslan
Line-up:
Fabri Kiareli – Voce / Chitarra / Piano / Tastiere / Basso
Luke Ballabio – Chitarre
Angel Perini – Basso
Mao Granata – Batteria