Recensione: Substantial

Di Vittorio Cafiero - 8 Luglio 2012 - 0:00
Substantial
Band: Soulpit
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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70

E’ evidente a tutti come negli ultimi tempi si sia assistito ad un marcato cambio di rotta da parte del metal nostrano. Se, fino a qualche anno fa, si percepiva un talento diffuso che veniva a scontrarsi con una strutturale carenza di mezzi e preparazione, oggi, al contrario, la forma è spesso perfetta, ma sono i contenuti che lasciano intravedere un deciso appiattimento verso sonorità già sentite, dove manca quella genialità che davvero lascia il segno.

Nella fattispecie, l’esordio sulla lunga distanza dei padovani Soulpit, Substantial, stupisce per la qualità della produzione, degli arrangiamenti e della preparazione tecnica dei componenti, ma, ahimè, non risulta sbalorditivo in quanto a songwriting, pur trattandosi di un album assolutamente dignitoso, intendiamoci.
Nonostante la giovane età, la band appare matura nell’approccio: il sound proposto è certamente debitore del death metal melodico di matrice svedese, anche se in diversi frangenti c’è il tentativo di proporre soluzioni più personali.

I suoni dell’introduttiva Forming… (solo inizialmente rarefatti) fungono da valido biglietto da vista per l’intero lavoro: melodeath quadrato e compatto che sfocia immediatamente in uno stacco dal sapore spagnoleggiante, con tanto di chitarra classica in sottofondo. Inizio notevole, nulla da eccepire. Si capisce che ai Soulpit non basta soltanto spingere sull’acceleratore e la successiva Reliance In Time è lì a dimostrarlo, con i suoi rallentamenti puliti (clean vocals che convincono solo parzialmente, però). Discorso simile per Close Distance Poem, anche se in questo caso sono gli ottimi stacchi di basso ad opera di Enrico Zabeo ad abbassare la velocità media del pezzo. Sperimentazioni a parte, il fantasma di Dark Tranquillity, Soilwork e Scar Simmetry aleggia inesorabilmente. Il cantato di Enrico Francescato è assolutamente debitore dello stile di Mikael Stanne e l’influenza della band autrice di capolavori quali The Gallery e Damage Done è costante, specie in certe ripartenze ascoltabili in pezzi come Substance e nelle accelerazioni della successiva Trapped Into The Soulpit, traccia tra l’altro dotata di un notevole contributo delle chitarre soliste. Altrettanto rimarchevole l’attacco di Carved (brano però caratterizzato da un prosieguo meno interessante sulla falsariga dei vari Scar Simmetry o dei primi Into Eternity). Con Ephemeral Need, che vede la presenza in veste di ospite della brava Antonella Buosi degli Scarecrown come voce femminile, sembra davvero di riascoltare i friulani Tystnaden (vuoi anche per le female vocals che rimandano a quelle della rossa Laura, leader della band di Udine). Downfall In Empathy è il pezzo che da solo potrebbe in un certo senso rappresentare l’intero album e, di conseguenza, giustificare l’idea di fondo che chi scrive se ne è fatto: i Soulpit danno sicuramente il meglio in termini di maturità nelle parti ragionate e meno immediate piuttosto che in quelle dove è la velocità a farla da padrone; in questo secondo contesto, l’influenza dei fondatori del genere è infatti troppo marcata e tende a schiacciare la personalità del gruppo. Verrebbe quasi spontaneo suggerire alla band di puntare a una decisa diminuzione dei “bpm”, per il futuro.
Ci si avvia quindi verso la fine: Astray e I For Instinct si assomigliano (pezzi veloci che danno l’occasione per sottolineare nuovamente l’ottima preparazione dei singoli componenti), invece Reminescence, più cadenzata, solenne e meditata, evidenzia la progressione che il songwriting dei Soulpit è capace di raggiungere quando la scelta tende verso questa direzione.

Discreto esordio, dunque, per i Soulpit, che assieme ad Aneurysm, Tystnaden e Scarecrown stanno pian piano contribuendo a formare un’interessante scena di modern metal del nostro Nord-Est. Ci risulta che la band sia al momento vivendo una fase di profondo rinnovamento in termini line-up: l’augurio è che il ritorno sulle scene sia carico di quell’energia e quella freschezza utili a focalizzare al meglio approccio e composizioni verso un stile più personale.

 

Vittorio “Vittorio” Cafiero


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Tracklist:
1.Forming…     
2.Reliance In Time     
3.Close Distance Poem     
4.Substance          
5.Trapped Into The Soulpit     
6.Carved     
7.Ephemeral Need     
8.Downfall In Empathy     
9.Astray          
10.I.For Instinct
11.Reminiscence

Durata: 52 minuti c.a.

Line-up:
Enrico Francescato – Vocals
Lorenzo Canella – Guitars
Enrico Zabeo – Bass
Sebastiano Sartorello – Drums

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