Recensione: Sudden Impact
Questi ce le hanno d’Acciaio. Alla loro prima uscita discografica (qui recensita per la prima volta in Italia), gli svedesi RAM sono riusciti a compiere un exploit stupefacente, firmando uno splendido EP che riassume in sei brani tutta la classe ed il potenziale di quella che è quasi sicuramente la band-rivelazione in campo Heavy classico di questa grandiosa annata.
L’originalità, il buon gusto, l’innegabile classe e la ferocia sono i punti di forza del particolarissimo sound di questa formazione che è riuscita a reinterpretare in modo molto personale ed intelligente gli stilemi dell’Heavy più tradizionale, sfornando un EP ineccepibile sotto ogni aspetto. Per rispetto a sì grande personalità musicale, mi sono ripromesso di non citare gruppi (del passato e del presente) per fare parallelismi, per quanto appunto la loro proposta brilli di luce propria e meriti, di conseguenza, uno spazio tutto suo.
Ascoltando e riascoltando questo “Sudden Impact”, non si finisce mai di meravigliarsi; sia nei testi che nelle singole composizioni non c’è nulla di banale, canonico, prevedibile o scontato. Quello che si sente è solo fottutissimo Heavy Metal concepito e suonato da gente che con gli strumenti sa fare scintille e che ha le idee ben chiare in merito a ciò che sta portando avanti.
Partendo da un guitarwork tagliente, melodico, complesso (ma senza strafare), aggressivo ed estremamente raffinato del duo Granroth/Johansson, il resto della band impianta (sempre con buon gusto e freschezza di idee) un solido ma flessibile lavoro sinergico grazie al quale lo stile dei RAM si proietta a metà strada tra l’inconfondibile luccichìo del Metallo più puro e la prodigiosa malleabilità delle sperimentazioni alchemiche più sofisticate.
Al grido di “Uncompromising Metal”, dunque, il quintetto di Gothenburg ci spara addosso una tempesta fiammeggiante di scintillanti lame assetate di lussuria sanguinaria; ciò si concretizza principalmente negli assoli strepitosi di mastro Harry Granroth (mastermind e fondatore dei RAM) e delle spettacolari performances vocali di Oscar Carlquist, vero cantante di razza, dotato di una buona estensione e soprattutto assai incline a cesellare la raffinatezza di ogni brano con un abile uso di differenti toni.
Espressività e tecnica (avallate dalla tradizione tutta svedese per la melodia) vengono incrementate ulteriormente dagli efficacissimi inserimenti di Leif Larsson. Discorso leggermente differente per l’operato di Morgan Pettersson alla batteria, il quale non brilla eccessivamente in un questo contesto; un po’ per i suoni della batteria stessa, un po’ perché effettivamente non ci sarebbe stato bisogno di scrivere parti più complesse, il drumwork non rappresenta nulla di eccessivamente fantasmagorico. Ma chiariremo tutto nell’intervista di prossima pubblicazione, state tranquilli! Comunque bravo e tosto anche lui.
Le sei tracks sfrecciano via senza stancare mai, avvalorando di volta in volta quello che è la verità contenuta in questo cd, impreziosito da un artwork assai professionale degno di nota; avvalora dunque l’idea che “Sudden Impact” è un disco di grande qualità e si pone quale primo, ammirevole, passo di un gruppo a cui auguriamo dal profondo del cuore di continuare a forgiare nella lava il loro percorso artistico che già adesso è in grado di far piovere su di sè una cascata di applausi e di far salire al settimo cielo ogni amanti dell’Heavy Metal in generale (chi va pazzo per l’unione armonica di tecnica e feeling insomma).
Questa è roba che, nella sua semplice genuinità, spacca le ossa, vi farà piangere dalla gioia e vi indurrà a buttare nel cesso la vagonata di prodotti mediocri spacciati su cataloghi patinati come miracolosi ritorni al Vero Metallo.
Saluto caramente e ringrazio di cuore i fratelli della MetalCoven webzine ed i RAM per la simpatia e la professionalità dimostrata: true metal to the bone!!!
Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli
1) Sudden Impact
2) Judgement And Punishment
3) Machine Invaders
4) Blessed And Cursed
5) Infuriator
6) Black Path