Recensione: Sudentaival
Viene da Lappeenranta, Finlandia, una delle band più incoscientemente trascurate dal grande pubblico del metal estremo scandinavo. Eppure questi Horna vantano una storia e una produzione davvero fuori dal comune. Pur essendo finlandesi, infatti, con sorprendente tempismo hanno mosso i propri passi nei gelidi inverni del 1993, in quel periodo in cui il black norvegese stava compiendo i propri scempi e in cui ben poco trasudava dalla terra dei mille laghi, ancora in fase di gestazione e pronta a esplodere al tramonto dei grandi fenomeni di massa svede-norvegesi, dopo il 1995. E mentre le leggende si scontravano, si uccidevano ed entravano nella storia, giovani figli dell’oscurità lasciavano le proprie demoniache impronte sul ghiaccio.
Dopo due demo tra il 1995 e il 1997 (di cui il secondo, Hiidentorni, raggiunse una fama non indifferente in patria), gli Horna sfornano qualcosa come cinque full length, sei EP e sette split con le band più maledette dell’underground dei veri cultori, creando un’imponente discografia e un altrettanto imponente seguito in patria, al quale si affiancò una generale ignoranza da parte del mercato estero. La responsabilità è sicuramente da addurre alle etichette, dal momento che il black proposto è di ottimo standard. In particolare Sudentaival (traducibile vagamente con “il lungo sentiero del lupo”) appare nel 2001 dopo l’enorme impresa di “Horna” del 2000, e consolida un sound molto caratteristico.
Lo stile proposto infatti è un evidente black scandinavo occidentale, composto da sonorità ben note alle orecchie dei blackster grazie a chitarre potenti, mozzafiato, a uno screaming maligno che emana gelo a ogni strofa e a un songwriting inneggiante a un satanismo decisamente preponderante. La novità – o meglio, il marchio di fabbrica – che rende questo disco palesemente finnico è la batteria, di una furia devastante e inarrestabile, in pura scuola finlandese. Gelido, spietato, l’ottimo Gorthaur inanella serie paurose e infinite di battiti dalla resa ipnotica, tanto da avvicinarlo in più di una occasione a quelle tremende sequenze tecniche alla Children of Bodom. Palese e stupefacente è proprio la track di apertura, “Synkän Muiston Äärellä“, che non lesina respiro nella sezione ritmica, e aumenta il cardiopalma grazie a quell’unione tanto orecchiabile di riff melodici e di screaming demoniaci di ottima eredità Emperoriana. I giri di chitarra di grande impatto e l’inarrestabile batteria proseguono come una colonna di carri armati di canzone in canzone, devastando la terra che calpestano e lacerando l’aria di schegge gelide, che sembrano provenire da un’orda di demoni infernali nella stessa “Sudetaival“, vera flagship di black scandinavo che ha nelle sue trovate sceniche (improvvisi tagli, risate, sussurri e rimescolamenti armonici) la vera forza che prende l’ascoltatore di sorpresa e non lo annoia praticamente mai. Nel corso dell’album la qualità delle canzoni si assesta mentre il livello di registrazione scade sempre di più, e ottimo esempio di ciò è l’unica traccia cantata in inglese, “Black Metal Sodomy“, che raggiunge livelli da demo ma innalza ancor di più la sensazione di violenza e malignità, senza lesinare qua e là degli stacchi di struttura quasi heavy, che ritornano nella interessante “Skaldiriimu“, tra le cui note si trovano frammenti di quelle band black-epiche-calderone-di-stili che hanno poi reso famosi Children of Bodom, Moonsorrow, Dimmu Borgir e tantissimi altri. Bastano pochissimi ascolti per apprezzare l’intrinseca varietà di canzoni complesse come “Kun Synkkä Ikuisuus Avautuu” o “Haudanusva“, che ritorna davvero a livelli terribili di demo da cantina, tra casse di birre e stalattiti di ghiaccio.
Davvero un album variegato, interessante, gelido e mostrusoso questo Sudentaival, una scheggia di vetro finnico in mezzo a un campo di ghiaccio norvegese, una voce sapiente e articolata per gli amanti della storia e degli stravolgimenti del black scandinavo. Vi ritroverete tra le mani un compromesso tra l’intransigenza polare, nichilista, distruttiva, misantropa e oscura del black norvegese e l’esuberanza ritmica del giovane e gelido black finlandese. Un disco per headbangare fino a svenire (una Synkän Muiston Äärellä live a volumi demoniaci si rivela di potenza distruttiva) e un ottimo esempio di metal oscuro non troppo originale e mal registrato. Che poi, se permettete, sono due tra gli stilemi più graditi dai veri amanti del black senza compromessi.
TRACKLIST:
1. Synkän muiston äärellä 7:20
2. Sudentaival 3:20
3. Black Metal Sodomy 2:17
4. Talventuoja 3:28
5. Haudanusva 5:27
6. Skaldiriimu 3:11
7. Kun Synkkä Ikuisuus Avautuu 3:22
8. Hautajaisyö 4:41
9. Noidanloitsu 4:29
10. Vihasta ja Arvista 4:25